Finanza Notizie Italia Di Maio fiducioso in ok Ue a sforare vincoli bilancio. Quella frase sull’Iva: ‘nessun aumento, ma la ritoccheremo’

Di Maio fiducioso in ok Ue a sforare vincoli bilancio. Quella frase sull’Iva: ‘nessun aumento, ma la ritoccheremo’

10 Agosto 2018 09:31

Ospite della trasmissione “In Onda” su La 7, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, nonché vicepremier, parla della possibilità, a suo avviso, che l’Italia riesca a ottenere come maxi sconto dall’Ue la possibilità di sforare i vincoli di bilancio.

“Siamo l’unico paese che ha in Costituzione il pareggio di bilancio. È una norma che credo in futuro vada superata”.

Di Maio ha fiducia “nel fatto che a livello europeo nei prossimi mesi otterremo dei grandi risultati per quanto riguarda la possibilità di andare oltre quei parametri (di bilancio)”.

Questo, spiega infatti, “non significa mettersi contro l’Europa, ma dire che a noi serve fare degli investimenti per rilanciare il nostro Paese”. Di conseguenza, “confido molto nel dialogo che avremo ai tavoli europei per far sì che questa legge di bilancio possa portare a casa delle riforme strutturali come il reddito di cittadinanza, la flat tax e il superamento della legge Fornero“.

E ancora: “l’Iva non aumenterà. Si parla di ritoccare l’Iva per non farla aumentare”. Quest’ultima dichiarazione lascia tutti un po’ perplessi.

Che significa ritoccare l’Iva?

“Si parla di ritoccare l’Iva per non farla aumentare. Questo è il nostro obiettivo nel contratto di Governo. E’ chiaro che in questo momento si gioca con noi, molto con il governo”. D’altronde, fa notare Di Maio, “nel contratto di governo c’è scritto che ai commercianti e ai consumatori non dobbiamo aumentare l’Iva e che non si mettono le mani nelle tasche dei cittadini italiani”.

LA STRADA DEL TAGLIO DELLE AGEVOLAZIONI FISCALI: QUALI A RISCHIO?

Proprio per evitare nuovi balzelli contro gli italiani e allo stesso tempo concretizzare quei pilastri del contratto di governo che si chiamano reddito di cittadinanza, smantellamento della riforma Fornero e flat tax, l’esecutivo avrebbe intenzione di aggredire una vasta gamma di sconti fiscali, conosciuti anche come agevolazioni fiscali, spese fiscali, tax expenditures. Di questo e altro ha parlato il ministro dell’economia Giovanni Tria nell’intervista rilasciata qualche giorno fa a Il Sole 24 Ore, nel momento in cui ha indicato, affrontando il tema delle coperture, la necessità di avviare un “riordino profondo delle tax expenditures, che finora non si è fatto perchè è realizzabile solo se accompagnato da una riduzione delle aliquote generali”.

Su questo si concentra oggi un articolo del quotidiano La Stampa, parlando di “oceano delle agevolazioni fiscali“.

“Parliamo di un vero e proprio mostro: nell’ultima rilevazione complessiva ufficiale – risalente al 2012, governo Monti – venne quantificato in ben 720 misure, sconti, bonus o regimi eccezionali per un valore complessivo di 253 miliardi di euro Dentro questo magma di tasse che lo Stato decide di abbonare ai contribuenti c’è letteralmente di tutto: dalle detrazioni per figli a carico o per lavoro dipendente (che da sole valgono rispettivamente 10,5 e 37 miliardi) a misure francamente conosciute solo dai diretti interessati. Chi lo sa che esiste uno sconto da 400mila euro l’anno sul bollo auto delle vetture «esclusivamente destinati da enti morali ospedalieri o da associazioni umanitarie al trasporto di persone bisognose di cure mediche o chirurgiche, quando siano muniti di apposita licenza»? Chi sa che i tendoni per «spettacolo viaggiante» se non superano i mille metri quadri hanno diritto a uno sconto del 50% della tassa di occupazione del suolo pubblico? E perché dare sconti sull’accisa carburanti a chi estrae magnesio dall’acqua di mare?”

Fermo restando che non tutte le agevolazioni sono aggredibili, scrive La Stampa, “negli esempi citati, sarebbe scontata la protesta di ospedali, circhi ed «estrattori di magnesio». Diverso sarebbe però gestire l’ira dei tassisti, degli autotrasportatori, degli agricoltori, delle Forze Armate. E cosa succederebbe se la scure colpisse drasticamente le agevolazioni alle imprese? O le detrazioni sui mutui casa o le polizze assicurative?”.

Proprio per evitare l’ira di diverse categorie, il quotidiano scrive che a Via Venti Settembre si fa strada l’idea di imitare quanto fece a suo tempo per la spesa Giulio Tremonti: procedere con un taglio lineare dei bonus fiscali, del 5 o del 10 per cento. Un taglio ridotto e dunque sopportabile, e soprattutto uguale per tutti”.