Con meno risparmi ma più voglia di investire: cresce interesse degli italiani per mercati e criptoattività
Cresce la ricchezza finanziaria netta in Italia segnando circa il +6% nei primi sei mesi dell’anno ma nel confronto europeo, il nostro paese è inferiore a Germania e Francia, a fronte di un’incidenza delle passività, sia sulle attività sia sul reddito disponibile, di gran lunga più contenuta rispetto al dato medio dell’Eurozona e a quello delle maggiori economie dell’area.
Così il settimo Rapporto della Consob sulle scelte di investimento degli italiani, una fotografia statica delle conoscenze finanziarie e delle scelte di investimento delle famiglie italiane, realizzato su un campione di 2.700 intervistati. Dal rapporto emerge che il 52% degli intervistati si dichiara soddisfatto della propria situazione finanziaria attuale (in linea con il 2020 e in aumento per la componente longitudinale) e in alcuni casi perché prevale l’ottimismo (15%). Tuttavia la crisi sanitaria si è riflessa sulla capacità delle famiglie di accantonare risorse. Circa il 27% dei partecipanti all’indagine difatti segnala una riduzione del reddito familiare (temporanea o permanente), mentre il 39% fatica a far fronte alle spese fisse e ricorrenti (cosiddette famiglie fragili). Inoltre il 28% dichiara di non essere in grado di gestire una spesa imprevista di 1.000 euro e infine il 32% riferisce di aver sperimentato una diminuzione della propria ricchezza.
Alla luce dell’attuale contesto economico, si legge nel Rapporto, oltre il 36% degli intervistati non sa come impiegare le proprie disponibilità; tra i restanti, il 19% indica una preferenza verso la liquidità, il 17% verso l’investimento immobiliare e l’11% verso l’investimento finanziario.
Le scelte di investimento degli italiani nella pandemia
Guardando al capitolo investimenti, la partecipazione ai mercati finanziari continua a crescere e nel 2021 la quota di investitori risulta pari al 34% dei decisori finanziari a fronte del 30% nel 2019. Le attività più diffuse rimangono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (posseduti dal 43% delle famiglie), seguiti dai titoli di Stato italiani (25%) e dai fondi comuni di investimento (24%).
In merito alle caratteristiche dei ‘nuovi’ investitori, quelli entrati nel mercato finanziario nel 2020 e nel 2021 presentano più di frequente un livello di alfabetizzazione finanziaria e di competenze digitali inferiori rispetto a quelle degli investitori di più lunga data, mentre sono meno propensi alla pianificazione finanziaria e alla gestione del budget e dichiarano più frequentemente condizioni di fragilità finanziaria.
Nel 2021 è aumentata la quota di investitori che si affida a un professionista (28% a fronte del 17% nel 2019), sebbene l’informal advice rimanga lo stile più diffuso (37%).Inoltre gli investitori che affermano di avere una conoscenza almeno di base degli investimenti sostenibili sono pari al 37% degli intervistati mentre coloro che si dichiarano interessati a questo tipo di investimenti raggiunge il 73%, in crescita rispetto agli anni precedenti e infine solo il 9% dichiara di possederli.
Internet è la fonte informativa più frequentemente consultata dagli investitori, ad eccezione di coloro che si avvalgono del servizio di consulenza finanziaria o di gestione patrimoniale, per i quali il riferimento più frequente è l’intermediario.