Decreto dignità: dopo Inps, scontro governo-Confindustria. Di Maio: “Terrorismo psicologico”
Più che decreto dignità può essere ribattezzato il decreto della discordia quello approvato dal governo e che ha provocato uno scontro istituzionale senza precedenti con l’Inps prima e ora con Confindustria.
“Il testo pur perseguendo obiettivi condivisibili” – scrivono da viale dell’Astronomia – “rende più incerto e imprevedibile il quadro delle regole per le imprese disincentivando gli investimenti e limitando la crescita”. A parlare così è Marcella Panucci, direttrice generale dell’associazione degli imprenditori in audizione alla Camera alle commissione riunite Finanze e Lavoro.
“Sul fronte dei contratti” – scrive Confindustria – “la stretta sui contratti a termine parte da presupposti sbagliati e non tiene “n considerazione i dati effettivi degli ultimi anni. C’è il presupposto di aumento eccessivo della precarietà. Noi condividiamo la lotta agli abusi, ma nel decreto ci sono misure eccessive rispetto all’obiettivo. I dati non mostrano un aumento della precarietà (…) rimaniamo convinti che occorrerebbe evitare brusche retromarce sui processi di riforma avviati, assicurare stabilità e certezza al quadro regolatorio e non alimentare aspettative negative da parte degli operatori economici.
“Pertanto – aggiunge la Panucci – “a nostro giudizio l’esame parlamentare del decreto Dignità può e deve rappresentare l’occasione per approvare alcuni correttivi volti a garantire una crescita sostenibile e inclusiva del paese, che favorisca la competitività delle imprese e valorizzi il lavoro”.
La risposta del ministro Di Maio
Ma il ministro Di Maio difende la sua creatura e accusa Confindustria di fare terrorismo psicologico.
“Confindustria oggi dice che con il Decreto Dignità ci saranno meno posti di lavoro. Sono gli stessi che gridavano alla catastrofe se avesse vinto il no al Referendum, poi sappiamo come è finita. Sappiamo come finirà anche in questo caso”, incalza. E ancora: “Non possiamo più fidarci di chi cerca di fare terrorismo psicologico per impedirci di cambiare”. Ancora più netto in audizione alla Camera: “Non abbiamo mai voluto fare un decreto per ridurre gli occupati. L’Inps ha fatto solo uno studio di probabilità, prevedendo 8 mila disoccupati. Uno studio che non condivido e una stima che non considero attendibile”
Di Maio: dall’Inps due diverse stime al decreto dignità
Poi il ministro coglie l’occasione anche per mettere a tacere la querelle dei giorni scorsi proprio con l’Inps, rea da parte del governo di sabotare il decreto indicando stime false sulla perdita di posti di lavoro derivanti dal nuovo provvedimento.
“Abbiamo ricevuto due diverse relazioni dall’Inps: la prima il 5 luglio, da noi richiesta, e non conteneva stime sui disoccupati né oneri di Naspi. La seconda l’11 luglio alle 20, non richiesta dal ministero, con la stima degli 8 mila, il giorno prima della firma di Mattarella. Mi sono in sentito in dovere di dire: andiamo avanti e poi racconteremo agli italiani cosa è “.