In sette anni di Antitrust comminate sanzioni per oltre 1,3 miliardi di euro
Il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella ha presentato al Parlamento la relazione annuale sull’attività dell’Autorità garante per la concorrenza e i mercati
Un crescendo di sanzioni e interventi ha caratterizzato l’attività dell’Antitrust (Agcm) sotto la presidenza di Giovanni Pitruzzella. In sette anni di mandato sono state comminate sazioni per 1,37 miliardi di euro. Il dato è contenuto nella Relazione annuale che il presidente di Agcm ha tenuto davanti al Parlamento italiano.
Le cifre dell’Antitrust
1.641 procedimenti portati a termine e 91 ancora da portare a termine.
61 hanno riguardato intese, 40 abusi di posizione dominante, 894 concentrazioni, 646 interventi a tutela dei consumatori.
Sono state condotte 16 indagini conoscitive, 135 pareri e sono stati emessi 6.535 rating di legalità, uno strumento recentemente introdotto.
Il presidente Pitruzzella ha insistito sull’importanza della deterrenza in periodi di crisi economica, anche per ridurre le disuguaglianze economiche che mettono in difficoltà le democrazie occidentali.
“Il market power incontrastato – ha detto Pitruzzella – aumenta la ricchezza degli azionisti e dei top manager, cioè di coloro che si trovano nella parte alta della distribuzione dei redditi”.
Il contrasto di questo market power è competenza dell’Autorità antitrust che può così contribuire a ridurre le disuguaglianze che
“indeboliscono la democrazia e, in alcuni Paesi, costituiscono un ostacolo alla stessa crescita economica”.
Gli interventi a tutela del consumatore online
L’Authority si è anche adoperata per favorire l’e-commerce, un ambito in crescita per l’Italia (+17% nel 2017) anche se rimane ancora indietro rispetto agli altri principali Paesi europei. A questo proposito Pitruzzella ha dichiarato che
“l’Antitrust ha cercato di promuovere questa nuova modalità di consumo e ha intensificato la propria azione a tutela del consumatore nelle transazioni online”.
Tra gli interventi ricordati dal presidente dell’Antitrust, quello nei confronti di Amazon,
“per aver omesso o fornito in modo non adeguato ai consumatori, informazioni rilevanti nel corso del processo di acquisto”.
Anche altri big internet sono finiti sotto la lente dell’Agcm, in uno scenario che ha visto il tema dei Big Data e della loro gestione e tutela al centro dell’attenzione. Pitruzzella h citato in particolare il caso di Whatsapp, che aveva importo clausole vessatorie ai clienti,
“facendogli credere di dovere accettare le condizioni di cessione dei propri dati al fine di continuare a godere del servizio aggiornando le modalità di fruizione. Più di recente, l’Autorità ha aperto un procedimento, non ancora concluso, nei confronti di Facebook, avente a oggetto due possibili pratiche commerciali scorrette: una per la carenza informativa, al momento della registrazione, circa l’uso dei dati personali degli utenti; l’altra per la modalità aggressiva con la quale l’operatore imposta la piattaforma, prevedendo in automatico la cessione e la condivisione dei dati con soggetti terzi, concedendo solo successivamente all’utente la possibilità di negare l’autorizzazione”.