News Finanza Notizie Italia Poste Italiane, Corte d’appello Bologna: dopo 12 anni dovrà risarcire vittime furto buoni postali

Poste Italiane, Corte d’appello Bologna: dopo 12 anni dovrà risarcire vittime furto buoni postali

27 Giugno 2018 07:22

Dopo 12 anni, la Corte di Appello di Bologna ha condannato Poste Italiane a risarcire tutti i 33.000 euro di buoni postali oggetto di un furto a Bardi, in provincia di Parma.

Poste Italiane dovrà risarcire l’intero ammontare, insieme alle spese legali, agli eredi dei derubati, che sono stati rappresentati nella causa dall’avvocato Giovanni Franchi.

Gli artefici del furto avvenuto 12 anni fa erano riusciti a riscuotere i buoni postali all’epoca, presentando documenti falsi.

Negli ultimi anni, Poste Italiane si era rifiutata di risarcire le vittime, motivando il rifiuto spiegando che le vittime, pur avendo denunciato subito il furto dei buoni postali, non avevano presentato i numeri di codice necessari per assicurare un blocco immediato; e i ritardi nel blocco dei buoni postali avevano consentito ai ladri di riscuotere le somme in quattro uffici postali differenti di Roma.

Inizialmente il Tribunale di Parma aveva rigettato la richiesta di risarcimento, dando ragione a Poste Italiane.

Ma la corte di Appello ha ribaltato la sentenza, dando ragione ai derubati e riconoscendo la condotta ‘imprudente’ di Poste.

“Non era possibile richiedere maggior cura al soggetto che aveva subito il furto, il quale non poteva sapere che per provvedere al blocco immediato dei buoni era necessario indicarne il numero identificativo a causa di una inefficienza del sistema informatico delle Poste. Né, peraltro, tale inefficienza può risolversi a danno del cliente”.

L’avvocato Franchi ha definito la sentenza “significativa perchè dimostra che non si può attribuire al cliente la responsabilità delle lentezze o delle inefficienze nel blocco dei buoni. Una volta fatta la denuncia di furto, è responsabilità dell’emittente provvedere velocemente a tale blocco. E questo ritengo possa essere valido anche per casi similari, ad esempio con assegni”.