Reddito cittadinanza in salsa M5S sarebbe il più generoso d’Europa, Cottarelli snocciola i numeri
Nessun reddito minimo previsto nei paesi dell’UE raggiunge i livelli di quello previsto dalla proposta M5S sul reddito di cittadinanza. Carlo Cottarelli interviene nel dibattito sul reddito di cittadinanza avvertendo circa l’ammontare eccessivo dell’assegno minimo proposto dal Movimento 5 Stelle (M5S). “In tutti i paesi UE esiste un sistema di reddito minimo ma il reddito di cittadinanza, come finora proposto, sarebbe il più generoso d’Europa in termini monetari e uno dei meno stringenti per obblighi del beneficiario”, scrive Cottarelli su Twitter anticipando lo studio dell’Osservatorio conti pubblici dell’università Cattolica in uscita oggi.
L’Italia, se passerà la proposta dei grillini presente nel contratto di governo M5S-Lega, con 780 euro al mese, cifra che equivale alla soglia di povertà del 2014 (812 euro se si analizzassero i dati del 2016), sarebbe il paese dell’UE con reddito minimo maggiore. In Francia, il reddito minimo, chiamato “revenu de solidaritè active” è pari a 530 euro, mentre in Germania è di 400 euro. “Si tratta di livelli decisamente elevati rispetto agli altri Paesi – commenta Cottarelli al Sole 24 Ore – tenendo anche conto dell’elevato debito pubblico italiano”. All’onerosìta della misura si aggiunge poi il rischio di creare un forte disincentivo a cercare lavoro, soprattuto al Sud.
Dal canto suo il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, che aveva parlato anche della possibilità che il reddito di cittadinanza venisse finanziato dai fondi europei, ieri ha rimarcato che non sarà una misura che di sussidio “che dà soldi a qualcuno per starsene sul divano”. “Mentre ti formi e lo Stato investe su di te, ti do un reddito e in cambio dai al tuo sindaco ogni settimana 8 ore lavorative gratuite di pubblica utilità“, ha precisato il vicepremier.
Ieri sulla questione reddito di cittadinanza è intervenuto il ministro dell’Economia Giovanni Tria, stoppando Di Maio circa l’entrata in vigore già quest’anno della misura: “Nelle mie discussioni con il ministro Di Maio non si è mai entrati in questo dettaglio e non si è mai espressa questa idea. Per il 2018 i giochi sono quasi fatti e ci muoveremo soprattutto in modo rapido su quelle riforme strutturali che non hanno costi, ma sono importantissime”.