Asse Merkel-Macron propone ristrutturazione più veloce debiti Eurozona. Fondo Salva-stati sempre più come Fmi?
Non solo un accordo per ridare lustro a una Unione europea afflitta dal populismo e da forze che mettono in dubbio la sua ragion d’essere, e non solo un accordo su un budget comune nell’area euro. Una novità che sicuramente interessa l’Italia è arrivata con l’incontro tra il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel, che si è tenuto nel palazzo di Meseberg, poco fuori Berlino.
Oltre a trovarsi d’accordo sulla necessità di fornire all’Unione europea un bilancio comune i due leader hanno, stando ad alcune indiscrezioni rilasciate da Bloomberg, manifestato la volontà congiunta di facilitare la ristrutturazione dei bond delle nazioni dell’Eurozona che finiscono nei guai.
La proposta, che è stata resa nota nella giornata di martedì, in occasione dell’incontro bilaterale tra i due leader, chiede che vengano avviati negoziati per rafforzare le clausole delle azioni collettive, che sono diventate obbligatorie per i bond sovrani emessi dagli stati membri dell’Eurozona a partire dal 2013.
L’asse Merkel-Macron auspica una nuova procedura di ristrutturazione del debito, che diventerebbe operativa nel momento in cui un paese in difficoltà fosse costretto a chiedere assistenza finanziaria all’ESM, il Fondo Salva-Stati.
La normativa attualmente in vigore permette che le modifiche relative al rimborso dei debiti sovrani avvengano solo se i termini sono approvati da due maggioranze distinte.
Obiettivo di Merkel e Macron è quello di snellire la procedura, eliminando la doppia votazione, per ridurla a una unica in cui a esprimere i voti siano solo i detentori dei bond coinvolti in un eventuale processo di ristrutturazione.
Ciò significa che chi è contrario ai termini stabiliti incontrerebbe maggiore difficoltà a vedere la sua posizione accettata, e sarebbe praticamente costretto ad allinearsi a quanto deciso dalla maggioranza.
L’asse franco-tedesco auspica anche che Fondo salva-stati abbia più voce in capitolo, “facilitando” il dialogo tra il paese in difficoltà e gli investitori privati sui termini di rimborsi dei bond sovrani, svolgendo praticamente la stessa funzione, riporta Bloomberg, esercitata dal Fondo Monetario Internazionale nei confronti delle economie che chiedono aiuti finanziari. Allo stesso tempo, l’ESM potrebbe avere un potere maggiore nell’intervenire nei bailout dell’area euro, a causa della sua capacità ben superiore a quella dell’istituzione di Washington.
Riguardo all’impatto che una tale decisione potrebbe avere sui BTP, da un lato c’è da dire che la proposta ammorbidisce la posizione iniziale dei paesi del Nord, Germania e Olanda incluse, che avevano spinto su una ristrutturazione immediata e automatica del debito per le economie dell’Eurozona che avessero bussato alla porta del Fondo salva-stati alla ricerca di finanziamenti.
Un tale piano, se adottato, avrebbe rischiato di provocare il panico e di alimentare la fuga dai bond da parte degli investitori, al primo segnale dell’esistenza di problemi. (e, nel caso dell’Italia, l’allarmismo è sempre dietro l’angolo).
Detto questo, il fatto che il processo di ristrutturazione possa venire semplificato, potrebbe mettere sotto pressione, nel caso dell’Italia, diversi investitori retail che, con le banche italiane, sono i più esposti al debito pubblico.
I piccoli investitori potrebbero di fatto trovarsi costretti ad accettare termini sul taglio del debito che magari sarebbero accettabili per gli investitori istituzionali, ma non per le loro proprie tasche.