Di Maio: prima il “decreto dignità” in 4 punti. Al lavoro su reddito di cittadinanza, obiettivo 2019
Si torna a parlare di reddito di cittadinanza che potrebbe essere introdotto già nel 2019. E’ questo l’obiettivo, o meglio la speranza,di Luigi Di Maio, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, che nel corso di un’intervista a Rtl 102.5, ha illustrato tappa per tappa gli obiettivi del nuovo esecutivo giallo/verde in tema di lavoro e non solo.
Nel corso della diretta radiofonica, questa mattina, si è poi soffermato inn particolare sulle tempistiche della tanto discusso “reddito di cittadinanza”. A domanda diretta se possa partire dal 2019, il vice premier ha risposto: “Lo spero. Spero di non trovare intoppi e problemi. Non voglio fare proclami, ma sto lavorando per arrivare a questo obiettivo”. Di Maio ha poi sottolineato che il primo passo è quello di riformare “i centri per l’impiego che dovranno seguire il cittadino in un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro”.
Il primo decreto che Di Maio intende, però, portare di fronte al Consiglio dei ministri lo ha battezzato “decreto dignità”. Quattro i punti fondamentale di questo decreto, ha spiegato Di Maio, per “ridare dignità ad alcune categorie che in questo Paese hanno dato il sangue”.
La prima categoria sono le imprese, eliminando “gran parte delle scartoffie inutili, come lo spesometro, redditometro, e studi di settore”. Strumenti che, spiega Di Maio, “stanno rendendo un inferno la vita degli onesti”. La seconda è una norma sulle delocalizzazioni, mentre la terza riguarda “la lotta alla precarietà che significa ridurre il rinnovo illimitato dei contratti a tempo determinato e dare garanzia a nuove categorie come quelle dei riders che sono le prime persone a cui ho aperto le porte del ministero del lavoro”. Ultimo punto la questione del “gioco d’azzardo: voglio vietare la pubblicità del gioco d’azzardo”.
In chiusura il vicepremier è intervenuto anche sulla questione Ilva: “Ho incontrato i commissari dell’Ilva nei giorni scorsi. Incontrerò le parti sindacali, il sindaco, il prefetto e tutte le parti che fanno parte della vertenza. Tutte le decisioni saranno prese con massima responsabilità. I cittadini di Taranto hanno il diritto di respirare aria pulita”.