Finanza Notizie Mondo Ricerca Cybercrime, Iot e social network aprono le porte ai pirati. Le opportunità per le compagnie di assicurazione

Ricerca Cybercrime, Iot e social network aprono le porte ai pirati. Le opportunità per le compagnie di assicurazione

Pubblicato 11 Giugno 2018 Aggiornato 30 Maggio 2022 12:50

 

 

Un miliardo di persone nel mondo è stata vittima di crimini informatici nel 2017, con un danno stimato di 500 miliardi di dollari. In Italia sono state 16 milioni, ovvero un terzo della popolazione, le persone che hanno subito un attacco informatico online ed è pari a 10 miliardi di euro il costo stimato italiano della criminalità informatica.
I dati, elaborati da Affinion (leader Usa in soluzioni di customer engagement e nello sviluppo di soluzioni di cyber security), sono inseriti in una ricerca che mira a mettere in luce la scarsa consapevolezza dei pericoli e le cattive abitudini dei clienti nonostante il crescente uso dei social network e il dilagare di dispositivi IOT (Internt of Things). Ma come mettersi concretamente al riparo dal cybercrime? Vediamo alcuni passaggi della ricerca.
 
Siamo noi i primi a immettere i nostri dati online

 

Attenzione. La prima “porta di ingresso” ai nostri dati, che tanto fanno gola al cybercrime, è il social network in espansione esponenziale. Si calcola infatti che ogni giorno creiamo volontariamente oltre 2,5 quintilioni di byte di dati.

Venendo all’Italia, ben il 73% della popolazione utilizza internet, e sono 34 milioni le persone attive sui social media per circa due ore al giorno, dato destinato a crescere velocemente, poiché gli adolescenti trascorrono fino a nove ore al giorno sui social.
 
La connettività del mercato IOT moltiplica il rischio

 

Se c’è una porta principale, ci sono anche molte porte secondarie per entrare nella nostra casa. Si tratta, come fa notare Affinion, della categoria dei dispositivi interconnessi, la cui diffusione (che esploderài prossimi anni) moltiplica il rischio. Per semplificare, un cyber criminale potrebbe entrare nella nostra casa attraverso la televisione o persino il condizionatore connesso ad uno smartphone.
Quanto all’Italia, il mercato dell’IOT valeva circa 250 milioni nel 2017, in crescita del 35% rispetto al 2016 e il 38% degli italiani possiede già almeno un oggetto “smart” in casa, mentre il 51% si dice preoccupato per i rischi legati alla privacy.
 
Dove finiscono i dati rubati e quanto valgono nel Dark web

 

Ma dove finiscono i dati rubati? Come spiega la ricerca di Affinion confluiscono in un vero e proprio mercato nero, il cosiddetto Dark Web, dove vengono scambiati su piattaforme volatili del tutto simili a quelle del trading online. Una carta di credito o di debito, per esempio, si acquista sul Dark Web per cifre che vanno da 5 a 110 dollari, le informazioni come l’accesso ai servizi di pagamento (per esempio, Paypal) vanno da 20 a 200 dollari, una patente di guida vale circa 20 dollari e un passaporto da mille a 2mila dollari.
 
Assicurazioni e cyber crime

 

Investiamo ingenti somme di denaro in porte blindate, serrature di sicurezza o in sistemi di allarme. Perché allora non proteggiamo i dispositivi che ci rendono ugualmente vulnerabili?

Secondo Affinion, le compagnie assicurative possono giocare un ruolo chiave nell’evoluzione della protezione Cyber non solo ex post, a danno avvenuto, ma soprattutto per prevenire e mitigare il rischio. Per esempio, una scansione dei social media o del dark web potrebbero rilevare se i dati del cliente sono stati condivisi o compromessi prima che si generi il danno.

Un nuovo approccio al tema cyber security può mitigare il problema prima che si manifesti al cliente e aiutare l’assicuratore a prevedere e ridurre il rischio”, conferm Secondo Antonio Di Salvo, Country Head di Affinion. Che conclude: “Per esempio, le compagnie possono offrire servizi per rilevare i segnali di attività sospette online, o la presenza di dati sul dark web. Tutti elementi chiave di differenziazione, fidelizzazione e prevenzione”.