Consumi al palo: vendite al dettaglio in calo ad aprile, ma non è solo effetto Pasqua
I consumi in Italia rimangono al palo e scatta l’allarme per un possibile aumento dell’Iva nel 2019 che potrebbe dare un’ulteriore mazzata alla ripresa. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, ad aprile le vendite al dettaglio sono scese dello 0,7% in valore e dello 0,9% in volume rispetto al mese precedente. Su base annua i dati sono ancora più pesanti: -4,6% in valore e -5,4% in volume. E’ la più forte contrazione mensile da inizio anno e il maggior calo su base annua da oltre cinque anni.
La flessione, emerge dai dati, è imputabile alle vendite di beni alimentari, che hanno evidenziato un calo dell’1,9% in valore e del 2,4% in volume. La caduta dei consumi, ha spiegato l’Istat, risente in misura rilevante della diversa collocazione delle vendite di prodotti alimentari legate alla Pasqua. Queste vendite, infatti, quest’anno si sono concentrate a marzo, mentre lo scorso anno hanno avuto luogo ad aprile. Questo ha influenzato negativamente soprattutto la dinamica della grande distribuzione (-6,1% in termini tendenziali), nella quale si concentra una larga parte della commercializzazione di beni alimentari. Al suo interno gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare sono i più colpiti, con gli ipermercati (-9,1%) e i supermercati ( 8,3%) che registrano i cali maggiori.
Ma non è solo “effetto Pasqua”. Le vendite al dettaglio ad aprile sono infatti scese in tutti i settori merceologici. Guardando ai dati su base annua, infatti, le vendite di beni alimentari sono diminuite del 7,3% in valore e dell’8,7% in volume, ma anche le vendite di beni non alimentari hanno registrato un calo (-2,3% in valore e -2,4% in volume), confermando la continua flessione registrata da inizio anno. Addirittura diminuiscono le vendite per i generi casalinghi (-4,4%) e per beni essenziali come i farmaci (-2,5%), a dimostrazione che il commercio in Italia sta vivendo una situazione ancora difficile. Se si confrontano i dati di oggi con quelli pre-crisi dell’aprile 2008, infatti, le vendite totali sono inferiori del 6,4%.
“L’introduzione della Flat Tax rischia di aggravare la situazione – avverte il presidente Codacons, Carlo Rienzi – perché porterà benefici alle famiglie più ricche che non hanno certo problemi sul fronte dei consumi. Se non si riuscirà inoltre ad evitare l’aumento dell’Iva e delle accise, le vendite cadranno in picchiata libera per effetto degli incrementi dei prezzi al dettaglio”.