La contraffazione erode 8,6 miliardi all’anno e brucia quasi 53mila posti di lavoro
Pesante l’impatto della contraffazione e della pirateria sull’economia e sulla creazione di occupazione in Italia e nell’intera Unione europea. Una nuova ricerca condotta dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) ha rilevato che ogni anno si perdono 8,6 miliardi in Italia a causa della contraffazione e il conto sale a 60 miliardi di euro se si guarda all’intera Europa.
La ricaduta sulle vendite e l’occupazione
La contraffazione colpisce soprattutto 13 settori economici: cosmetici e igiene personale; abbigliamento, calzature e accessori; articoli sportivi; giocattoli e giochi; gioielleria e orologi; borse e valigie; musica registrata; alcolici e vini; prodotti farmaceutici; pesticidi, smartphone, batterie e pneumatici. Ogni anno le perdite legati alla presenza di prodotti falsi sul mercato ammontano a 60 miliardi di euro in Europa, pari al 7,5 % delle rispettive vendite e a 116 euro pro capite all’anno. Poiché i legittimi fabbricanti producono meno di quanto avrebbero fatto se non esistesse la contraffazione, impiegando quindi anche meno personale, la perdita diretta in questi settori si traduce anche in 434mila posti di lavoro in meno. In Italia, i prodotti contraffatti presenti sul mercato italiano costano 8,6 miliardi, cioè 142 euro a testa. Con un impatto sulle vendite dirette del 7,9%, mentre si bruciano 52.700 posti di lavoro ogni anno.
Internet il canale più utilizzato
Il modus operandi dei contraffattori sta diventando sempre più complesso poiché la tecnologia e i canali di distribuzione evolvono di pari passo con la gamma di prodotti contraffatti. I modelli imprenditoriali più comuni si avvalgono in modo significativo di Internet per distribuire i prodotti falsi e promuovere la distribuzione e il consumo di contenuti digitali illegali. Secondo una recente ricerca di Confesercenti che includeva anche il settore del turismo (Leggi QUI), oltre un consumatore su quattro (25,6%) si è trovato a comprare almeno una volta un prodotto o un servizio illegale o contraffatto sul web. “Il cospicuo valore, le troppo lievi pene inflitte e gli elevati ritorni sugli investimenti incentivano a intraprendere attività di contraffazione”, denunciano dall’EUIPO.