Risparmio: italiani ancora scarsi in educazione finanziaria, cresce quota di chi non ha soldi da investire
Crescono i progetti di “spesa” degli italiani, mentre quelli di “risparmio” si dimostrano in lieve contrazione. È quanto emerge dall’edizione primaverile dell’Osservatorio semestrale promosso da Anima in collaborazione con la società di ricerche di mercato GfK. L’incertezza politica susseguente allo stallo susseguente al voto del 4 marzo non ha fatto perdere l’entusiasmo a fare progetti nei prossimi mesi. In particolare, rispetto a sei mesi fa, emerge la tendenza a privilegiare i progetti di “spesa” rispetto a quelli di “risparmio”. Nello specifico, nell’ambito dei bancarizzati, dal 32% salgono al 35% coloro che hanno progetti di “spesa”, ovvero dalle vacanze all’istruzione dei figli, alle spese per la casa ecc; mentre per il segmento degli investitori dal 47% i progetti di “spesa” arrivano al 51%. Di contro i progetti di “risparmio” vedono una contrazione: per i bancarizzati dal 31% arrivano al 26% e per gli investitori dal 53% scendono al 48%.
Prodotti finanziari battono mattone
Il mondo degli investimenti finanziari conserva ancora il suo vantaggio rispetto al “mattone”. Nel dettaglio diminuisce la propensione ad investire, che dal 34% scende al 32% e di contro, dal 32% risale ulteriormente al 36% la percentuale di chi dichiara invece di non avere soldi da investire (nell’ambito del campione dei bancarizzati). Guardando poi alle singole tipologie di investimento, nell’ambito del campione dei bancarizzati, l’interesse per il “mattone” si attesta nell’ordine del 10%, mentre la preferenza per i prodotti di investimento resta a quota 24%.
Troppo poco tempo dedicato agli investimenti
Il tempo che il segmento degli investitori dichiara di dedicare ai propri investimenti risulti ancora una volta modesto: quasi il 50% degli investitori ha dichiarato di “non dedicarsi affatto a questa attività”. Solo il 15% riserva “qualche ora al mese” e soltanto l’1% dedica almeno “un’ora alla settimana”. In secondo luogo non confortano tanto anche le evidenze per quanto riguarda la conoscenza dei termini finanziaria: il 31% del campione la ritiene “molto scarsa”, il 46% “scarsa” e soltanto il 19% “ottima” o “buona”.
Per scelte d’investimento ci si affida a professionisti
Infine, nella gestione dei propri investimenti, la stragrande maggioranza del segmento degli investitori (71%) preferisce farsi supportare e consigliare da un professionista del risparmio a cui delegare “la definizione dei suoi bisogni, l’individuazione di soluzioni adeguate, efficaci e coerenti e per il loro monitoraggio periodico”; iil 21% è “aperto al confronto con un consulente”, mentre soltanto l’8% preferisce affidarsi al “fai da te”.