Paolo Savona spaventa Bruxelles. Lui: Italia rischia di consegnare sovranità fiscale a triade Fmi-Bce-Ue
Mentre i giornali di tutto il mondo cercano di capire quale sia la verità in merito al curriculum di Giuseppe Conte, premier designato dal governo M5S-Lega, i mercati si focalizzano piuttosto su chi dirigerà il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il leader della Lega Matteo Salvini ha ribadito il suo assist all’economista Paolo Savona, il più accreditato a occupare il dicastero.
La questione viene affrontata in un articolo di Bloomberg, che mette in evidenza come la scelta del ministro dell’economia sia cruciale per lo stesso euro.
“La scelta del ministro delle finanze potrebbe contribuire a dare una risposta alla grande domanda sull’anima del governo (M5S-Lega): Quanto reale è la minaccia sull’adesione all’euro da parte dell’Italia? La Lega e il M5S hanno cancellato qualsiasi riferimento diretto a una possibile uscita dall’euro, nel loro contratto di governo. Ma quanto propongono mette comunque Roma in rotta di collisione con Bruxelles e con altre capitali europee, su questioni che vanno dai conti pubblici agli aiuti di stato”.
Intanto, Reuters ha riportato alcuni stralci del libro di Paolo Savona, che uscirà venerdì 25 maggio. Si tratta del saggio “Come un incubo e come un sogno”, edito da Rubbettino:
“Non ho mai chiesto di uscire dall’euro – si legge nel libro – ma di essere preparati a farlo se, per una qualsiasi ragione, fossimo costretti volenti o nolenti”. Ancora: “Ritengo che uscire dall’euro comporti difficoltà altrettanto gravi di quelle che abbiamo sperimentato e sperimenteremo per restare”.
Ma l’auspicio è che le autorità italiane approntino due piani: “quello necessario per restare nell’Ue e nell’euro e quello per uscire se gli accordi non cambiano e i danni crescono“.
“Invece – lamenta Savona, che è stato anche capo ufficio studi di Bankitalia e direttore generale di Confindustria – si insiste nella loro inutilità essendo l’euro irreversibile e si è disposti a pagare qualsiasi costo pur di stare nell’eurosistema”.
Per l’Italia la paura dell’economista è che il paese finisca per infilarsi “in un vicolo cieco” e di dover “consegnare la sovranità fiscale alla ‘triade’ (Fmi-Bce-Commissione) se le cose peggiorano, infilandoci nella soluzione greca”.