Il mercato delle locazioni riparte: canoni in rialzo, soprattutto a Milano e Bologna
Riparte il mercato delle locazioni con i canoni che sono saliti per tutti i tagli di immobili, dal monolocale al trilocale. Il motivo? La diminuzione dell’offerta e una migliore qualità. Tra le città che hanno registrato l’aumento dei canoni più elevato ci sono Milano e Bologna. (Come registrare un contratto di locazione – Guida)
Secondo i dati raccolti dall’ufficio studi di Tecnocasa, i canoni di locazione si sono alzati: +3,6% per i monolocali, +3% per i bilocali e +2,7% per i trilocali. Su tutte le tipologie si vede un segnale positivo, attribuibile prevalentemente ad una diminuzione dell’offerta e a soluzioni di “qualità”, ovvero ben arredate, posizionate in zone servite e luminose. Cresce l’interesse per gli immobili arredati o parzialmente arredati. La presenza del riscaldamento autonomo è apprezzata perché consente una riduzione dei costi condominiali. I proprietari stanno recependo questa esigenza e la qualità dell’offerta abitativa in locazione è in miglioramento. Le tipologie più affittate sono i bilocali (40,1%), a seguire il trilocale (35%).
Tra le città che hanno registrato l’aumento dei canoni più elevato ci sono Bologna (intorno all’8-9%) e Milano (oltre il 5%). Quest’ultima si conferma essere la città più cara in assoluto. Per un molocale si spendono in media 570 euro, contro i 240 euro di Genova. Per un bilocale nella città meneghina l’affitto si aggira sui 770 e per un trilocale si sfiorano i 1.000 euro.
Abbastanza invariata, nell’anno, la distribuzione della motivazione della ricerca della casa in affitto: il 56,8% cerca la casa principale, il 37,2% lo fa per motivi legati al lavoro e il 6% per motivi legati allo studio. Anche se il ribasso dei prezzi immobiliari e i mutui più vantaggiosi stanno spingendo coloro che hanno la possibilità verso l’acquisto della casa, si registra annche in questo anno numerosi casi di persone che non riescono ad accedere al mercato del credito, primi fra tutti i giovani e i monoreddito; a questi si aggiungono poi gli studenti e i lavoratori fuori sede. Una conseguenza di quanto detto sopra è la crescita del contratto a canone transitorio che passa da 13,7% del 2016 a 16,9% nel 2017.