Pimco: mercati sollevati da stime sull’inflazione, per ora
Nel mese di aprile l’inflazione dell’indice dei prezzi al consumo core degli Stati Uniti è stata più debole rispetto alle aspettative e il tasso su base annua è rimasto stabile al 2,1%. Per Tiffany Wilding, US Economist di Pimco, è prevista un’ulteriore accelerazione dell’inflazione CPI core (al 2,3-2,4%) prima di tornare al 2,2% entro la fine dell’anno. “Sembra che il deprezzamento del dollaro negli Stati Uniti stia portando all’aumento dei prezzi dei beni al dettaglio, con l’accelerazione di aprile nei principali prodotti”, spiega Tiffany Wilding, secondo la quale “il 2018 potrebbe essere l’anno in cui si confrontano i preconcetti sulla correlazione azionaria/inflazionistica e la reazione del mercato alle stime di aprile sull’inflazione soft sembra confermarlo”. “Nel momento in cui l’inflazione e l’attività reale si muovono in tandem”, stima l’esperta di Pimco, “la correlazione tra le azioni e i rendimenti dei titoli nominali sia positiva. Ma se l’inflazione aumenta e l’attività reale decelera, le performance azionarie e le performance dei titoli nominali potrebbero entrambe vacillare”. Secondo la sua valutazione, questo è esattamente il momento in cui aspettarsi che le obbligazioni legate all’inflazione mostrino una sovraperformance. In particolare, Wilding ritiene che valutazioni al di sotto del breakeven medio per i TIPS (Treasury Inflation-Protected Securities) possano sottolineare l’importanza delle coperture dell’inflazione del portafoglio di investimento.