Famiglie: mantenere un figlio costa 180mila euro, come risparmiare? Ecco le agevolazioni previste in Italia
Avere un figlio costa come acquistare una casa. Secondo il rapporto sul neo-welfare di Assimoco, il costo per crescere e mantenere un figlio fino alla maggiore età è di circa 180mila euro. Almeno. Perché solitamente i giovani d’oggi rimangono in casa ben oltre i 18 anni. A questo poi si deve aggiungere il costo indiretto, vale a dire legato all’impatto sulla partecipazione delle madri al mercato del lavoro, in Italia tra i più bassi d’Europa. Ad oggi sono previste alcune agevolazioni economiche, come bonus, dote scuola e voucher, per sostenere le famiglie italiane. Ecco quali sono al momento e quali potrebbero essere in futuro guardando l’esempio degli altri paesi.
In Italia un figlio costa di più, perchè?
Non esistono ad oggi stime sul costo diretto di un figlio confrontabili a livello europeo, formulate da enti sovranazionali, quali Eurostat oppure Ocse. Tuttavia per l’Italia, Federconsumatori ha calcolato che il costo complessivo da 0 a 18 anni è pari a circa 171.000 euro per l’Italia, di più dei 155.000 euro in Francia ma di meno dei 178.000 euro in Germania. Tuttavia, a conti fatti le famiglie italiane risultano essere più svantaggiate. Innanzitutto per un più elevato costo indiretto, vale a dire quello legato alla necessità di cura e gestione dei figli, che nella maggior parte dei casi ricade sulla madre. Le donne si trovano infatti a ridurre le ore lavorate per conciliare occupazione e vita familiare, con conseguente riduzione del salario percepito. E l’Italia registra uno dei livelli di occupazione materna più bassi d’Europa: tra le donne con un figlio il tasso è pari al 58% (contro il 73% a livello europeo), che crolla al 43% quando ci sono 3 o più figli (55% in Europa). A questo si aggiungono agevolazioni economiche pubbliche più basse. L’Italia spende in politiche familiari una percentuale del Pil molto più bassa degli altri Paesi europei: nel 2013 in Italia la spesa per famiglia e bambini costituiva il 4,3% del totale speso per le prestazioni sociali, meno della metà della media europea (8,5%), e lontana non solo da Germania (11%) e Francia (7,9%), ma anche dalla Spagna (5,4%).
Come risparmiare? Le agevolazioni economiche in Italia
Ad oggi in Italia esistono alcune agevolazioni economiche per le famiglie con figli. Molto spesso sono legate al reddito percepito:
− Bonus nascita (premio alla natalità): premio di 800 euro corrisposto dall’Inps alla nascita del bambino, su richiesta
della madre;
− Bonus bebè (assegno di natalità): assegno mensile di 80 euro al mese destinato alle famiglie con un Isee non superiore a 25.000 euro. L’assegno diventa di 160 euro con un Isee inferiore a 7.000 euro. Per i nati tra il 2015 e il 2017, l’assegno viene corrisposto fino al compimento dei 3 anni del bambino. La misura è stata estesa ai nati nel 2018 ma per un solo anno;
− Bonus asilo nido: contributo fino ad un massimo di 1.000 euro per la frequenza di asili nido pubblici e privati;
− Assegni al nucleo familiare (ANF): sostegno economico per le famiglie di lavoratori, calcolato in base alla composizione del nucleo familiare e al reddito. Nel 2017 l’importo dell’assegno per la fascia più povera (redditi familiari fino 14,383 euro lordi annui) ammonta a 137,5 euro al mese con un figlio, e aumenta ulteriormente all’aumentare del numero dei figli;
− Detrazione fiscali per figli a carico: riduce l’importo della tassazione dovuta. L’ammontare della detrazione spettante si riduce man mano che aumenta il reddito, fino ad annullarsi quando il reddito complessivo arriva a 95.000 euro. Le detrazioni massime previste sono di 1.220 euro per ogni figlio sotto i 3 anni e di 950 euro per ogni figlio dai tre anni in su.
Le iniziative attive in Europa da cui si potrebbe prendere spunto
Se la strada è ancora lunga per l’Italia nell’offrire un adeguato sostegno alle famiglie, alcuni spunti e interessanti esempio arrivano dagli altri paesi europei. Per esempio in Spagna, il comune di Madrid ha introdotto il programma Primi Giorni (Primeros Dias), che offre supporto soprattutto alla madre durante i primi mesi di vita del bambino, per facilitare l’adattamento alle nuove circostanze di vita familiare, e consiste in un aiuto domiciliare durante i primi quattro mesi di vita del neonato, che può andare da 14 a 50 ore. L’assistente si occupa di supportare la madre nella cura dei neonati, nell’assistenza sanitaria, nella cura di altri minori presenti in casa e nelle attività domestiche quali pulizia e preparazione dei pasti. Per le famiglie che hanno invece difficoltà a conciliare la vita lavorativa con gli orari scolastici ci sono i Centri Diurni, rivolti ai bambini dai 3 ai 12 anni (divisi in fasce di età) che hanno necessità di supervisione e cura alla fine della giornata scolastica.
In Germania la famiglia ha un assegno mensile per figlio, indipendentemente da condizione lavorativa e reddito. Sempre in tema di sostegno economico alle famiglie, a Parigi è previsto un assegno di circa 700 euro da corrispondere una tantum alle coppie che hanno avuto parti gemellari e che vivono nel comune da almeno tre anni. Non solo. I nidi sono aperti con orario 7.30-18.30, e il costo della retta è calcolato sulla base del reddito familiare.