Aut aut Salvini a M5S, mentre è toto premier per governo neutro: tra i papabili Elisabetta Belloni
Aut aut della Lega al M5S, mentre impazza il toto-premier, in attesa dell’annuncio del presidente della Repubblica.
Sergio Mattarella sta valutando in queste ore chi prenderà le redini di quel governo neutrale e di esercizio che ha auspicato e che dovrebbe traghettare l’Italia verso le elezioni anticipate. Tra i papabili viene considerata sempre di più, in base a indiscrezioni stampa, Elisabetta Belloni, prima donna che ha ricoperto il ruolo di segretario generale della Farnesina: 59 anni, Belloni è stata già capo di gabinetto del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ed è docente di Cooperazione allo sviluppo alla Luiss di Roma.
Altre donne considerate da Mattarella per presiedere Palazzo Chigi sono Marta Cartabia, vicepresidente della Corte Costituzionale, nominata alla Consulta da Giorgio Napolitano nel 2014 e Lucrezia Reichlin, economista e docente di Economia alla London Business School, direttrice generale alla Ricerca alla Bce.
Tra i papabili uomini, indiscrezioni fanno il nome di Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato, mentre AdnKronos riporta come “diminuirebbero le chances dell’economista Luigi Zingales, considerato troppo vicino ai Cinquestelle”. Tra i nomi c’è anche quello di Carlo Cottarelli, l’ex commissario straordinario per la spending review dei governi Letta e Renzi.
Oltre al toto-premier, c’è anche il toto-ministri: i rumor parlano della possibile scelta, al dicastero dell’economia, del direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi, 69 anni.
Rossi, che ha fatto parte del comitato dei saggi istituito da Napolitano nel 2013, avrebbe come compito quello di occuparsi di conti pubblici, varare la manovra e soprattutto dinnescare le clausole di salvaguardia, evitando il tanto temuto aumento dell’Iva.
Tutto questo, mentre in un’intervista a Radio Capital, Matteo Salvini conferma l’impegno a provarci “fino all’ultimo”.
“La mia posizione di oggi – ribadisce -è quella di due mesi fa: lavoro a un governo che premi il voto degli italiani“.
Il leader della Lega non risparmia una stoccata a Mattarella:
“Non esistono governi neutrali. L’unica eccezione che dico a Mattarella è che se voleva un governo che non aveva i numeri doveva mandare il mio…Avrebbe comunque numeri più ampi di questi”.
Su Belloni? “Non la conosco, sarà la migliore persona del mondo, ma se è un’esponente ministeriale che ha ottimi rapporti con Bruxelles la trovate in sintonia con gli elettori che hanno scelto il cambiamento?”.
Dal canto suo il leader del M5S Luigi Di Maio sottolinea ai giornalisti che lo interpellano che “noi vogliamo fare un governo che preveda due forze politiche e non quattro”.
Ma, sorpresa, che allo stesso tempo non ci sono veti su Silvio Berlusconi.
“Abbiamo detto: andiamo avanti insieme per un governo del cambiamento. Qual è il veto? Nessuno“.
“Il vero grande tema non è Berlusconi ma gli altri”, dice Di Maio. “Se siamo arrivati fin qui è perchè ci sono dei responsabili. Se dovessi fare una graduatoria delle responsabilità di questo blocco e del ritorno al voto in cima sicuramente c’è Salvini, che ha scelto Berlusconi al cambiamento, poi dopo c’è Renzi che ha ingannato il suo partito e l’opinione pubblica, prima con la possibilità di un’apertura e poi ha fatto saltare tutto, con il Pd che è andato da Fico a dire che c’era un dialogo senza aver consultato tutti e poi Martina che si è piegato ai diktat renziani, e in fondo c’è Berlusconi”.
Ma Salvini lancia comunque l’ultimatum al Movimento 5 Stelle, facendo capire che l’accordo o si fa ora o mai più:
“Se non ci sono novità in queste ore non vedo perchè dovrebbero esserci a ferragosto o a fine ottobre e l’accordo potrebbe e dovrebbe essere non solo tra me e Di Maio ma, poichè faccio parte di una coalizione, con Berlusconi e Meloni, anche loro dovebbero essere d’accordo con qualunque decisione io prenda”.