Finanza Notizie Mondo L’economia è sempre più digitale. E i Big Data sono il nuovo Eldorado

L’economia è sempre più digitale. E i Big Data sono il nuovo Eldorado

Pubblicato 3 Maggio 2018 Aggiornato 30 Maggio 2022 12:50

 
 
 
La quarta rivoluzione industriale – cominciata a fine ’90 con l’introduzione di Internet, continuata con la robotica e, più di recente, con l’intelligenza artificiale – ha trasformato alla radice le nostre vite: nelle economie avanzate siamo quasi tutti connessi e si stima che nei prossimi dieci anni oltre due miliardi di persone che vivono nelle economie emergenti si connetteranno.
Non solo. Come sottolinea in un report – dal titolo L’economia è sempre più digitale – Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS WM Italy, sempre più spesso, magari senza accorgercene, acquistiamo prodotti digitali (applicazioni, musica, film, eccetera), con l’effetto di accorciare drammaticamente le catene distributive e di riprodurre grandi quantità di dati.
 
Lo Iot non può attendere

 

Ma, se la connessione di Internet è già elevata per quanto riguarda gli individui, non lo è ancora per gli oggetti che ci circondano e che, sempre più, verranno connessi, producendo a loro volta ulteriori dati. Questo passaggio avrà innumerevoli applicazioni dall’industria, alla gestione delle città (le cosiddette Smart City dove, per esempio, ogni parcheggio avrà un sensore per segnalare i posti liberi), alla domotica e quant’altro.
Inoltre, come spiega Ramenghi, il ricambio generazionale alimenterà ulteriormente il consumo di dati: “In Asia, per esempio, i Millennial rappresentano il 30% della popolazione, ma costituiscono il 60% della comunità online e il 75% degli utenti ecommerce”, dice lo strategist.

 

Finanza 4.0

 

Naturalmente anche l’industria finanziaria si sta spostando sempre più sul digitale, per ridurre i costi delle attività a minor valore aggiunto e offrire un accesso più rapido e immediato alla clientela. Questo spostamento del settore finanziario verso il digitale è visibile pressoché su tutti i canali di operatività – ovvero pagamenti, investimenti, assicurazioni, prestiti – ma è il canale dei pagamenti quello che ha subito la maggiore rivoluzione.

Spostarsi verso i pagamenti digitali non comporta solo maggiore velocità e sicurezza delle transazioni, ma anche un forte aumento del volume di dati che possono essere analizzati e utilizzati per migliorare servizi e offerte”, è il commento di Ramenghi.

 

La  miniera dei Big Data

 

In definitiva, la conseguenza di tutti questi avanzamenti sarà una crescita esponenziale della quantità di dati digitali, che – secondo IDC, leader mondiale nelle ricerche di mercato nel settore dell’innovazione digitale – dovrebbero superare i 44 zettabyte entro il 2020, che significa un aumento di oltre 50 volte rispetto al livello del 2010.

“Anche la ripresa degli investimenti da parte delle aziende dovrebbe sospingere i fatturati delle società attive nella gestione dei dati digitali – aggiunge Ramenghi – Il mercato tiene il fenomeno sott’occhio: le società quotate attive nella gestione dei dati hanno avuto buone performance negli ultimi anni e per i prossimi mesi ci aspettiamo una forte crescita degli utili e potenzialmente un’accelerazione di fusioni e acquisizioni”.
Dal punto di vista degli investimenti, il tema dei dati digitali è destinato, quindi, a offrire opportunità di crescita a lungo termine. “Tuttavia, in un universo che sarà sempre più soggetto a regolamentazione (anche per quanto riguarda la privacy), è fondamentale mantenere un’ampia diversificazione ed evitare eccessive concentrazioni su singoli operatori che potrebbero trovarsi spiazzati da un cambiamento delle normative”, conclude Ramenghi.