Piazza Affari riesce a strappare il segno più nonostante incertezza politica, acquisti su Tenaris e Poste
Nonostante l’incertezza politica, con il rischio di ritorno alle urne, Piazza Affari è riuscita a chiudere in rialzo, grazie alla buona intonazione di Wall Street. In una seduta caratterizzata da scambi sottili dovuti al clima semi festivo per il ponte dell’1 maggio, l’indice Ftse Mib ha terminato gli scambi con un +0,22% a 23.979,37 punti, dopo che a metà giornata era scivolato sotto la parità in scia alle parole di Luigi di Maio. Il leader del Movimento 5 Stelle ha invitato il collega della Lega, Matteo Salvini, di tornare alle urne già a giugno, ritenendo conclusi i negoziati per un governo sia con il centrodestra che con il PD. L’appello ha pesato anche sul mercato obbligazionario, dove lo spread BTP-Bund a 10 anni, è salito, subito dopo la notizia, di oltre il 5%, superando la soglia di 120 punti. Già l’agenzia Standard & Poor’s nel suo giudizio, espresso venerdì scorso, aveva sottolineato i rischi rappresentati dall’incertezza politica e dal debito pubblico elevato. Tuttavia l’agenzia statunitense ha confermato il rating sull’Italia a BBB, con outlook stabile.
Tra i titoli di Piazza Affari, si è messo in evidenza Tenaris che ha chiuso con un +2,37%, dopo un balzo di oltre 4 punti percentuali nel corso della seduta. A sostenere gli acquisti la revisione del target price da parte di alcuni broker dopo risultati trimestrali annunciati venerdì scorso. Mediobanca ha alzato il prezzo obiettivo da 17,5 a 18,5 euro, confermando il rating outperform dopo i “forti risultati del primo trimestre” e “il messaggio rassicurante” fornito dalla società. Anche Equita ha rivisto al rialzo il target price, portandolo a 16,3 euro dal precedente 15,7 euro, con raccomandazione stabile a buy.
Acquisti anche su Poste Italiane che ha segnato un +1,68% dopo che il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di sottoporre all’assemblea, convocata per il 29 maggio, una proposta di autorizzazione all’acquisto di azioni proprie per un massimo del 5% circa del capitale sociale, e un esborso complessivo fino a 500 milioni di euro.
Male invece Fiat Chrysler. Sul titolo delle casa automobilistica si sono scatenate le prese di profitto e l’azione è scivolata sul fondo del listino principale con un -2,18%.