Alta tensione sui BTP, Di Maio: Renzi ha chiuso a M5S, ora voto anticipato a giugno
Fiammata dello spread, che sale di oltre +5% a 123 punti base. Colpa del caos politico, e in particolare dell’appello che Luigi Di Maio ha fatto a Matteo Salvini perché si torni alle urne.
“Tutti parlano di inserire il ballottaggio nella legge elettorale, ma il ballottaggio saranno le prossime elezioni politiche, perciò dico a Salvini: andiamo insieme a chiedere di andare a votare e facciamo finalmente questo secondo turno a giugno. E visto che i partiti hanno paura del cambiamento, facciamo scegliere ai cittadini tra rivoluzione e restaurazione”.
Dopo l’intervento dell’ex premier Matteo Renzi alla trasmissione Che Tempo fa di Fabio Fazio, Di Maio chiude dunque la porta al Pd, con un videomessaggio pubblicato su Facebook:
“Il Pd è il partito che ha preso una clamorosa batosta alle elezioni, precipitando al suo minimo storico sotto il 19 per cento e sembrava avesse iniziato a capirlo, mettendo da parte Renzi e relegandolo a senatore semplice, come lui stesso si era definito, ma ieri sera lo abbiamo visto addirittura riproporre una riforma costituzionale dopo che gli italiani gliene hanno già bocciata una un anno fa”. Di Maio ha continuato: “Dopo il 4 marzo, dopo la mazzata presa, sembrava (che Renzi) iniziasse a capire i suoi errori, ma ieri è andato da Fazio e invece che chiedere umilmente scusa per i danni fatti dal suo governo ha attaccato me e il M5s, chiudendo a qualsiai ipotesi di un contratto”.
“Il contratto con il Pd era l’ultima cosa che volevamo fare, ma questa legge scritta da loro ci imponeva di trovare una soluzione per gli italiani e avevamo deciso di seguire un metodo: le cose buone contenute nei programmi elettorali. Sapevamo che il Pd scrive delle cose e poi ne fa altre: l’abolizione dell’articolo 18, la scuola, la riforma costituzionale, il salvataggio di Banca Etruria non erano nel programma ma lo hanno fatto, perciò volevo vincolare il Pd a un programma facendogli firmare un contratto davanti a tutti gli italiani”.
Dal canto suo, il segretario reggente del Pd Maurizio Martina non ha nascosto il proprio disappunto:
“In queste ore stiamo vivendo una situazione politica generale di estrema delicatezza. Per il rispetto che ho della comunità del Partito democratico, porterò il mio punto di vista alla direzione nazionale di giovedì che evidentemente ha già un altro ordine del giorno rispetto alle ragioni della sua convocazione. Servirà una discussione franca e senza equivoci, perché è impossibile guidare un partito in queste condizioni e per quanto mi riguarda la collegialità è sempre un valore, non un problema. Ritengo ciò che è accaduto in queste ore grave, nel metodo e nel merito“.
“Così – ha avvertito Martina – un partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società; si smarrisce l’impegno per il cambiamento e non si aiuta il Paese. Per questo continuo a pensare che il Pd abbia innanzitutto bisogno di una vera ripartenza su basi nuove”.
Intervistato da Fazio, Renzi si era così espresso:
“Siamo seri, chi ha perso le elezioni non può andare al governo. Non possiamo far passare il messaggio che il 4 marzo sia stato uno scherzo. Il Pd ha perso: tocca a Salvini e Di Maio a governare. Non possiamo rientrare dalla finestra come un gioco di palazzo” o con decisioni “dei caminetti romani”.
“Incontrarsi con Di Maio sì, votare la fiducia a un governo Di Maio no. Anche per rispetto per chi ci guarda da casa, la gente sennò poi non crede più alla democrazia”. Detto questo, aveva continuato l’ex segretario del Pd: “incontrarsi è un bene, sempre. Si parlano le Coree, si possono parlare Cinque stelle e Pd, Cinque stelle e Lega. Penso che incontrarsi con Di Maio sia un fatto normale, naturale, come con altri leader. Secondo me andrebbe fatto in streaming l’incontro. Così vediamo se hanno cambiato idea su vaccini tav reddito di cittadinanza. Però le elezioni le hanno vinte loro”. In ogni caso, “su 52 senatori Pd, almeno 48 devono votare a favore. Io di disponibili alla fiducia a Di Maio non ne conosco uno”.
DI MARIO: SALVINI HA PREFERITO INTERESSI DI CONDANNATO A QUELLI DELL’ITALIA
Dall’altro lato, la Lega e il centrodestra oggi esultano per la vittoria alle elezioni nel Friuli Venezia Giulia. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi afferma di essere “molto soddisfatto” dell’esito del voto e parla anche di “ottima affermazione” della Lega.
Non manca la stoccata al M5S:
“La vera clamorosa sconfitta, in questa tornata elettorale, è quella del Movimento Cinque Stelle, il cui candidato dimezza la percentuale delle politiche, mentre il voto alla lista grillina è addirittura meno di un terzo del consenso ottenuto il 4 marzo. Gli italiani si stanno rendendo conto di quello che i Cinque Stelle sono davvero e – dopo la comprensibile esplosione di protesta delle politiche – li stanno rapidamente abbandonando”.
Dal canto suo, nel suo video messaggio, Di Mario sentenzia che “Salvini ha preferito gli interessi di un condannato incandidabile all’interesse dell’Italia, io gli ho parlato in modo sincero, a cuore aperto: gli ho detto sediamoci a un tavolo e troviamo una quadra, mettiamo nel contratto tutti i punti in comune del nostro programma e facciamo partire un governo che possa cambiare il paese. Niente, lui ha scelto Berlusconi, uno che fatto la legge Fornero, che ha creato Equitalia e ha bloccato il Paese per 20 anni per i suoi interessi personali”.
Ma cosa potrebbe decidere a questo punto di fare, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella?
“Un voto a giugno sarebbe molto difficile, se non tecnicamente impossibile – ha commentato in un’intervista a Bloomberg Roberto D’Alimonte, professore di scienze politiche presso l’Università Luiss di Roma – E’ più probabile che l’Italia torni a votare a settembre, con il premier Paolo Gentiloni che guidi un governo istituzionale fino ad allora”.
Di fatto, prosegue D’Alimonte, “una nuova elezione sarebbe un ballottaggio tra Salvini e Di Maio. Il centrodestra e la Lega sarebbero più favoriti rispetto al M5S in questo scenario…è molto probabile che Salvini riesca a ottenere la maggioranza, anche se non è sicuro”.