Facebook vince sfida #DeleteFacebook e conferma posizione dominante in mobile advertising
Lo scandalo Cambridge Analytica (per ora) non solo non affossa la redditività di Facebook ma non ha nessun impatto rilevante sui suoi risultati di bilancio. La trimestrale, che si riferisce ai primi tre mesi dell’anno, mette infatti in evidenza utili netti migliori delle attese, pari a $4,99 miliardi, rispetto ai $4,01 miliardi previsti, in rialzo del 63% su base annua.
Sorpresa positiva anche per il fatturato, pari a $11,97 miliardi, rispetto agli $11,41 miliardi stimati, in crescita del 49% su base annua.
Nel trimestre, Facebook assiste anche a un aumento degli utenti di 70 milioni di unità, centrando le aspettative, e a dispetto degli appelli lanciati dopo lo scandalo Datagate a cancellarsi dal social network, in particolare con l’hashtag #DeleteFacebook su Twitter.
In particolare gli utenti attivi di Usa e Canada sono saliti a 241 milioni, dopo il calo – il primo mai sofferto nel quarto trimestre – che aveva colpito il Nord America durante gli ultimi tre mesi del 2017.
La società di Mark Zuckerberg può dire orgogliosamente di contare su un bacino di 1,45 miliardi di utenti attivi giornalieri e 2,2 miliardi di utenti mensili. (entrambi i numeri in crescita del 13% su base annua).
C’è da dire tuttavia che lo scandalo, che ha visto coinvolta Cambridge Analytica, società che ha lavorato per la campagna elettorale di Donald Trump, è scoppiato a metà marzo, poco prima della fine del primo trimestre a cui il bilancio si riferisce.
Ma i presupposti sono più che positivi, e per ora gli inserzionisti non hanno voltato le spalle a Zuckerberg, se si considera che il social network ha confermato ancora la posizione dominante nel mobile advertising, insieme a Google di Alphabet, tanto che il mobile ha inciso per ben il 91% nelle entrate pubblicitarie, rispetto all’incidenza dell’85% dello stesso periodo dell’anno precedente. Proprio tale posizione dominante ha permesso alla società di alzare anche il prezzo delle inserzioni.
Insomma, tutto bene? Non proprio.
A parte il fatto che è obiettivamente presto per cantare vittoria, un articolo di Bloomberg si concentra su una voce del bilancio di Facebook: quella del numero degli utenti giornalieri. Numero che, nel primo trimestre dell’anno, è cresciuto sì del 12,9% su base annua, ma che è anche indubbiamente rallentato rispetto al tasso di crescita del 17-18% a cui il gruppo aveva assistito fino a poco fa, verso la metà del 2017.
Ed è stata la stessa società ad avvertire che questo numero, in Europa, potrebbe essere destinato a scendere o ad appiattirsi in Europa, nei prossimi mesi, a causa della regolamentazione imminente più severa sulla privacy.
Non è inoltre di buon auspicio il fatto che, stando a un’analisi di Pivotal Research sui dati Nielsen, effettuata per Business Insider, gli utenti americani appartenenti alla fascia di età adulta si sono allontanati da Facebook già nel 2017, trascorrendo sul sito un ammontare di tempo inferiore del 4% su base annua, per esempio, nel novembre del 2017. Tali utenti, emerge dallo studio, hanno preferito trascorrere più tempo nelle piattaforme Google (sempre nel novembre del 2017), soprattutto su YouTube.