Rumor Def: Pil 2018 rivisto al rialzo. Magra consolazione: poi rallenta per aumento Iva e accise
Il Pil italiano del 2018 sarà rivisto al rialzo dal +1,5% a +1,6%, mentre per il 2019 e il 2010 l’outlook sarà rispettivamente di una crescita a tassi dell’1,4% e dell’1,3%. Queste, alcune indiscrezioni riportate dalle agenzie di stampa in merito al contenuto del Def, il Documento di Economia e Finanza che dovrebbe ricevere il via libera dal governo uscente la prossima settimana.
Il Ministero dell’economia mette le mani avanti e sottolinea, tramite altre fonti, che “il quadro tendenziale del Documento di economia e finanza non è ancora stato definito ed è al momento oggetto di analisi dei tecnici del Mef”.
Di conseguenza, viene precisato che “le indiscrezioni riportate da alcune agenzie di stampa sono soltanto ipotesi ancora allo studio”.
Presto dunque per arrivare a conclusioni affrettate: tuttavia, il rallentamento del prodotto interno lordo italiano nel 2019 e 2020 dovrebbe avvenire a causa dell’effetto ‘recessivo’ delle clausole di salvaguardia sull’Iva previste a legislazione vigente. Insieme alle accise, la crescita dovrebbe insomma essere frenata dall’aumento dell’Iva.
Da segnalare che, verso la fine di marzo, uno studio pubblicato da Il Sole 24 Ore aveva segnalato che un aumento automatico dell’Iva potrebbe costare, in media, 317 euro in più alle famiglie italiane nel 2019.
Così ha riportato Reuters nelle ultime ore, sulla base delle indiscrezioni raccolte sul contenuto del Def.
“Le maggiori aliquote di Iva e accise si tradurranno automaticamente nei due anni in oltre 30 miliardi di maggiori imposte complessive, in assenza di manovre compensative analoghe a quelle approvate negli ultimi anni, vista la natura non programmatica di questo documento”.
Intanto il ministro dell’Economia uscente Pier Carlo Padoan, a Washington per i lavori primaverili dell’Fmi, nel difendere le riforme fatte finora in Italia, ha lanciato un monito più o meno velato alle forze politiche che guideranno il paese.
“Non ci sono scorciatoie, la strada intrapresa (delle riforme) è quella giusta”.
Padoan ha anche tenuto a precisare che “il debito italiano si sta stabilizzando e sta scendendo, come lei ha gentilmente ricordato”, rivolgendosi a quanto aveva detto poco prima Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale.
Da segnalare che nel Fiscal Monitor, l’Fmi ha tagliato le stime sul rapporto debito-Pil dell’Italia, rispetto all’outlook di ottobre.
Il Fondo prevede ora un calo dal 131,5% del 2017 al 129,7% nel 2018. Il rapporto dovrebbe poi scendere al 127,5% nel 2019 e al 116,6% nel 2023.
Dal rapporto emerge anche, tuttavia, che il Fondo non prevede più per l’Italia il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2020.