TIM, scontro Vivendi-Elliott. Bolloré: fu la stessa cosa in Mediobanca, Italia mostri coraggio
A pochi giorni dall’assemblea degli azionisti del prossimo 24 aprile di TIM, e mentre la battaglia tra Vivendi e il fondo Elliott viene combattuta a colpi di accuse reciproche, a prendere la parola è Vincent Bolloré, il finanziere bretone, presidente e maggiore azionista di Vivendi, il colosso francese che, con una quota del 24%, controlla Telecom Italia.
L’argomento TIM viene affrontato subito, in occasione dell‘assemblea degli azionisti di Vivendi che si è aperta stamattina.
Bolloré non si limita a difendere la scommessa francese nell’azienda italiana di tlc, facendo notare che “alcune persone dicevano che era un investimento assurdo, ma alla fine abbiamo guadagnato molti soldi”. Il finanziere, che al momento detiene anche una quota dell’8% in Mediobanca, fa una riflessione sull’Italia, invitandola a essere coraggiosa:
“Gli investimenti in Italia sollevano critiche. Ma è alla fine della fiera che si contano gli animali. Fu la stessa cosa anni fa, quando entrammo in Mediobanca, dove abbiamo fatto investimenti contribuendo alla stabilità di Mediobanca e anche di Generali. Penso faccia parte delle cose della vita: bisogna essere coraggiosi”.
Questo, nelle stesse ore in cui, dopo essere stato ripetutamente bersagliato da Vivendi e accusato di volere soltanto smantellare Telecom, il fondo Elliott si fa finalmente sentire.
Elliott critica aspramente la gestione di Telecom Italia sotto Vivendi, ricordando che da quando i francesi sono arrivati nel consiglio di amministrazione, verso la fine del 2015, le quotazioni di TIM hanno perso più del 35%. La performance fa riferimento al periodo che si conclude il 5 marzo di quest’anno, data precedente al raid del fondo di Paul Singer nel capitale della società.
In una nota diramata stamattina, il fondo dice chiaro e tondo che “sotto il controllo di Vivendi, TIM ha registrato una persistente sottoperformance in Borsa, fatto ripetuti passi falsi strategici, operato senza riguardo per la corretta governance e ha esibito numerosi conflitti di interesse”.
L’hedge fund ha messo in evidenza che “gli azionisti meritano di avere l’opportunità di liberare un valore significativo nel sostenere la proposta di Elliott, che parte dall’eleggere un cda che sia davvero indipendente, il prossimo 24 aprile”.
Dal canto suo il CEO di Tim Amos Genish – che il fondo Elliott, nel caso in cui riuscisse a ottenere il controllo del cda sarebbe comunque propenso a confermare – ha detto, nel corso di un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, che se ci saranno cambiamenti nel cda, “sicuramente il business plan dovrà essere riconfermato”.
Ancora Genish, che ha il sostegno di Vivendi:
“Dobbiamo vedere se il board avrà la fiducia e sarà allineato al CEO. E’ una questione di chimica”.
Da segnalare che il titolo TIM è crollato di oltre il 62% negli ultimi 10 anni, scendendo da 1,359 euro dell’aprile del 2008 a 0,8498 nella giornata di oggi. Il fondo Elliott è salito nel capitale di TIM fino al 9%.