Istat: a marzo inflazione in ripresa ma rivista al ribasso. Bolzano, Genova e Trento le città più care
Inflazione in Italia in ripresa nel mese di marzo, ma in misura inferiore rispetto a quanto emerso dalla stima preliminare. L’Istat ha comunicato che l’indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua (rispetto al +0,5% di febbraio). Nel dato preliminare, l’istituto aveva indicato una crescita dell’indice dello 0,9 per cento. La ripresa dell’inflazione si deve principalmente all’ampia riduzione della flessione degli alimentari non lavorati (-0,4% da -3,2%), alla quale si aggiunge l’accelerazione della crescita dei prezzi dei tabacchi (+2,2% da +0,3%) e dei servizi relativi ai trasporti (+2,5% da +1,9%). L’inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,7% per l’indice generale e +0,2% per la componente di fondo.
In particolare, a marzo i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono saliti dello 0,1% su base mensile e dello 0,4% su base annua, invertendo la tendenza da -0,6% di febbraio.
La crescita dell’inflazione rivista a marzo dall’Istat allo 0,8% porta a +243 euro su base annua l’aggravio di spesa per la famiglia tipo, +313 euro se si considera un nucleo composto da 4 elementi. Questo il commento del Codacons ai dati definitivi forniti dall’Istat. “A trainare i rincari è soprattutto il comparto dei trasporti, i cui prezzi segnano un incremento del +2,5% su base annua – spiega il presidente Carlo Rienzi – Una voce che incide pesantemente sulle tasche dei consumatori, al punto che per gli spostamenti una famiglia deve mettere in conto una maggiore spesa di +82 euro su base annua. Ma il tasso di inflazione appare diversificato sul territorio: il Trentino Alto Adige si conferma anche a marzo la regione dove i prezzi aumentano di più, con una stangata da mentre la Basilicata fa registrare per le famiglie residenti un risparmio sulla spesa pari a circa 24 euro annui”.
Unc: la classifica delle città e regioni più care d’Italia
L’Unione nazionale consumatori (Unc) ha presentato i dati relativi all’inflazione dei capoluoghi di regione e delle regioni, stilando la classifica delle città più care d’Italia e quella delle regioni più costose, in termini di aumento del costo della vita. Secondo lo studio dell’associazione di consumatori, in testa alla graduatoria dei capoluoghi più cari, in termini di maggior spesa, si conferma Bolzano, con il picco dell’inflazione, 1,7%, equivalente, per una famiglia da 4 componenti, ad una spesa supplementare su base annua di 951 euro (724 per la famiglia tipo Istat da 2,4 componenti), contro una media per l’Italia di 309 euro. Al secondo posto Genova, dove il rialzo dei prezzi dell’1,3% determina un aumento del costo della vita, per una famiglia di 4 persone, pari a 582 euro (416 per la famiglia media Istat) e, terza, Trento, dove l’inflazione dell’1% comporta un aggravio annuo di spesa di 510 euro (315 per la famiglia tipo).
Se si osserva, invece, la classifica delle regioni più costose, in termini di rincari, ancora una volta, il Trentino Alto Adige, dove l’inflazione dell’1,4% significa, per una famiglia di 4 persone, una batosta pari a 757 euro su base annua (516 per la famiglia media Istat da 2,4 componenti). Segue la Liguria, dove l’incremento dei prezzi pari all’1,2% implica un’impennata del costo della vita pari a 483 euro (330 per una famiglia media) e, terza, l’Emilia Romagna, dove l’inflazione dell’1% genera una spesa annua supplementare di 435 euro (357 per la famiglia media).