Facebook: anche l’Antitrust vuole vederci chiaro sul Datagate, si apre l’istruttoria
Facebook finisce nel mirino dell’Antitrust, che apre un’istruttoria per presunte pratiche commerciali scorrette sulla raccolta e l’uso dei dati personali degli utenti. La decisione arriva dopo che a fine marzo l’autorità aveva richiesto al social network informazioni sull’utilizzo di “data analytics” per fini politici in scia allo scoppio del Datagate.
Oggi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Facebook. Vuole vederci chiaro sull’informativa fornita agli utenti in fase di registrazione alla piattaforma, con riferimento alle modalità di raccolta e utilizzo dei dati personali a fini commerciali. L’Antitrust indagherà anche sull’automatica attivazione di scambio dei dati da/a terzi operatori per tutte le volte che l’utente accede o utilizza siti web e app di terzi, senza alcun suo consenso. L’opzione di rinunciare o meno a tale modalità risulterebbe infatti preimpostata, tramite spunta nell’apposita casella, sul consenso al trasferimento dei dati.
Secondo l’Autorità, questi due comportamenti potrebbero rappresentare delle pratiche commerciali scorrette: da un lato, Facebook non informerebbe adeguatamente e immediatamente, in fase di attivazione dell’account, l’utente dell’attività di raccolta e utilizzo a fini commerciali dei dati che cede. Dall’altro, il social network avrebbe esercitato un indebito condizionamento nei confronti dei consumatori registrati, che, in cambio dell’utilizzo di Facebook, presterebbero il consenso alla raccolta e all’utilizzo di tutte le informazioni che li riguardano in modo inconsapevole e automatico, tramite un sistema di preselezione del consenso e a mantenere lo status quo per evitare di subire limitazioni nell’utilizzo del social in caso di deselezione.
Lo scorso 20 marzo l’Antitrust aveva richiesto a Facebook una serie di informazioni dopo lo scoppio del Datagate, lo scandalo che ha visto coinvolta Cambridge Analytica, società che ha lavorato per la campagna elettorale di Donald Trump e che è riuscita ad accedere alle informazioni personali di milioni di utenti Facebook, allo scopo di creare un enorme database su milioni di elettori americani, e condizionarne il voto nell’Election Day (Leggi QUI).
Intanto negli Usa si va verso una class action, sia contro Cambridge Analytica, che contro Facebook, mentre sui social cresce il movimento #deletefacebook (Leggi QUI).
Lo scandalo Datagate vedrebbe coinvolti 87 milioni di utenti, secondo quanto ha dichiarato Mike Schroepfer, chief technology officer di Facebook. Gli utenti italiani sarebbero in tutto 214.134. Sui fatti Mark Zuckerberg testimonierà in un’audizione al Congresso Usa il prossimo 11 aprile.
Intanto, nel mezzo della bufera Datagate, spunta anche l’indiscrezione che Facebook era in trattative con diversi ospedali americani per condividere in via anonima informazioni sui loro pazienti, relative alle loro malattie e alle prescrizioni mediche, nell’ambito di un progetto di ricerca. Lo ha riportato la Cnbc, aggiungendo che lo scopo era quello di confrontare queste informazioni con altre che lo stesso social raccoglie sui suoi utenti (Leggi QUI).