Norwegian paga la profezia di O’Leary, spettro crisi liquidità con ridimensionamento piani espansione
Nubi all’orizzonte per la compagnia aerea Norwegian Air, protagonista nell’ultimo anno con un ambizioso piano di crescita focalizzato sull’offerta di voli low cost sul lungo raggio. Norwegian ha scosso il mercato dei viaggi transatlantici sfidando gli altri vettori con tariffe low cost sul lungo raggio e una flotta in rapida crescita con ordini per oltre 200 aerei. Nelle ultime settimane sono però emerse difficoltà legate a una domanda inferiore al previsto per i voli dall’Irlanda verso gli Stati Uniti e anche costi maggiori legati al rincaro del prezzo del carburante a seguito dell’aumento delle quotazioni del petrolio.
Lo scorso autunno il ceo di Ryanair, Michael O’Leary, aveva avvisato circa le difficoltà finanziarie a cui sarebbe andata incontro il vettore scandinavo: “Norwegian ha enormi ordini di aerei e non ha i soldi per pagare“, sono state le parole dell’istrionico numero uno di Ryanair che addirittura vedeva la possibilità che Norwegian non superasse indenne la stagione invernale.
Primo trimestre difficile complice anche il caro petrolio
La compagnia scandinava, che nel frattempo continua a registrare tassi di crescita a doppia cifra (+15% il traffico aereo nel mese di marzo), deve fare i conti con un primo trimestre molto difficile a livello di conti finanziari. Il suo amministratore delegato, Bjorn Kjos, ha avvertito che il primo trimestre è stato “più impegnativo del previsto” con una perdita di circa 2,6 miliardi di corone (270 milioni di euro) rispetto agli 1,8 miliardi di corone originariamente previsti.
Domanda più debole del previsto per voli verso gli States
Norwegian è corsa ai ripari sospendendo alcune delle sue rotte transatlantiche, inclusa quella da Belfast verso New York e Boston, durante l’inverno a causa della bassa domanda.
A febbraio 2018 sono partiti anche i primi voli low cost da Roma verso alcune città Usa (New York, Los Angeles e San Francisco) e da giugno partirannno anche quelli da Malpensa.
Allo stesso tempo ha fatto ricorso a un private placement lo scorso 20 marzo raccogliendo 1,3 miliardi di corone norvegesi (168 milioni di dollari) proprio per far fronte all’aumento dei prezzi del carburante e agli effetti valutari. In particolare il prezzo medio per il carburante per aviotrasportato nel primo trimestre è stato del 12% più alto rispetto all’ipotesi della società, con l’euro più forte dell’8% del previsto.
Ma traffico passeggeri balza del +15% a marzo
Norwegian ha trasportato più di 2,8 milioni di passeggeri a marzo, pari a un incremento del 15% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente grazie anche al traffico aggiuntivo derivante dalle festività pasquali. Norwegian ha registrato un load factor passeggeri dell’86,7%, con un aumento di 2,6 punti percentuali. “Le festività pasquali hanno avuto un forte impatto sul traffico di questo mese, ma la nostra crescita in termini di passeggeri è solida. L’incremento internazionale continua e, allo stesso tempo, sempre più persone viaggiano con noi in Scandinavia. Le nostre tariffe convenienti e la varietà di rotte offerte attrae un numero sempre maggiore di passeggeri sia business sia leisure”, ha commentato Bjørn Kjos, Fondatore e Amminstratore Delegato di Norwegian.
Il programma di rinnovo della flotta Norwegian ha visto la consegna di 3 Boeing 787-9 Dreamliner a marzo. Quest’anno Norwegian riceverà un totale di 11 Boeing 787-9 Dreamliners, 12 Boeing 737 MAX 8 e 2 Boeing 737-800.