Bankitalia, Rossi: vendere oro per tagliare debito? Verrebbe visto come gesto disperato
Vendere l’oro di Bankitalia per ridurre il debito pubblico italiano non sarebbe praticabile e nemmeno efficace. In più, la mossa potrebbe avere ripercussioni negative, in quanto verrebbe considerata alla stregua di un gesto disperato. Lo ha detto Salvatore Rossi, Direttore generale di Bankitalia, nel corso di un intervento alla trasmissione radiofonica “24Mattino” su Radio24. Rossi ha pubblicato proprio quest’anno il libro Oro (Il Mulino).
Sul perchè l’idea della vendita dell’oro di Bankitalia per tagliare il debito italiano non sarebbe efficace, il direttore generale si è così espresso:
“Innanzitutto per ragioni pratiche: parliamo di 90 miliardi di euro, quando il nostro debito pubblico è intorno a 2.300 miliardi”.
L’idea, inoltre, è, “al momento, giuridicamente impossibile. C’è un accordo internazionale tra le banche centrali, che prevede che le vendite siano razionate, dunque ne potremmo vendere per poche centinaia di milioni alla volta. Nei fatti non si risolverebbe il problema del debito pubblico e daremmo un pessimo segnale al mondo dove la vendita di oro da parte di un Paese darebbe il segnale di un gesto disperato”.
Da segnalare che, in base agli ultimi numeri emersi con il bilancio di Bankitalia, il valore dell’oro nel bilancio dell’istituto si è attestato a fine 2017 a un ammontare pari a 85 miliardi, in calo di 1 miliardo circa rispetto alla fine del 2016.
Il calo è stato assorbito dai conti di rivalutazione di Bankitalia, dove sono rilevate le plusvalenze potenziali rispetto al costo di acquisizione.
L’inutilità di vendere oro per ripianare il debito italiano era stata messa in evidenza da Salvatore Rossi già all’inizio di febbraio quando, nel presentare il suo libro “Oro” a “Roma incontra” di Enrico Cisnetto, aveva detto che la mossa “non risolverebbe il problema del debito pubblico italiano”.
Inoltre – aveva continuato – solo l’annuncio della decisione “causerebbe un crollo immediato delle quotazioni”.
Rossi aveva riconosciuto che la domanda sul perchè non si proceda agli smobilizzi di oro per tagliare il debito italiano fosse “legittima”, ricordando al contempo il caso della Bank of England:
“Circa vent’anni fa la Banca d’Inghilterra provò a vendere una parte delle sue riserve e il crollo delle quotazioni le fece fare marcia indietro. Per questo le banche centrali si sono impegnate fra loro” a evitare operazioni di vendita.
Il dg aveva poi aggiunto come l’oro, nonostante ‘sganciato’ dalla moneta da tempo e anche in tempi di criptovalute, mantenesse “un valore di mercato superiore a quello suo intrinseco”, in quanto “metallo che usiamo da millenni e per il quale si mantiene la fiducia di tutto il mondo”.
“Si tratta certo di un enigma e un paradosso“, aveva fatto notare.
Rossi oggi ha parlato anche della questione dell’appetito, da parte dei gestori e dei fondi italiani e stranieri, verso il debito pubblico italiano.
Sempre ai microfoni di Radio 24, il direttore generale di Bankitalia ha detto che, “al momento, non ci sono segnali di disaffezione sui titoli del debito pubblico italiano da parte degli investitori. Ovviamente la situazione è sempre precaria, nel senso che il rischio di un cambiamento di opinione è sempre possibile”.