FCA-Renault, niente nozze. Fiat ritira con effetto immediato proposta fusione
Tramonta il sogno di John Elkann. presidente di FCA, di replicare il successo di dieci anni fa, quando Fiat unì le sue forze a quelle di Chrysler. E tramonta, per l’industria automobilistica globale, la prospettiva di veder nascere un terzo colosso, con sinergie stimate in cinque miliardi, tra i principali produttori in termini di fatturato, volumi, redditività e tecnologia. Le nozze tra FCA e Renault saltano, con il gruppo automobilistico francese che, al termine della seconda riunione del cda indetta per valutare la proposta di fusione, rimanda di nuovo la decisione. E con la nota di FCA, che porta la data di oggi, 6 giugno 2019, e che annuncia il ritiro della proposta stessa.
La società risultante avrebbe venduto annualmente circa 8,7 milioni di veicoli, sarebbe stata leader mondiale nelle tecnologie EV, nei marchi premium, nei SUV, nei pickup e nei veicoli commerciali e avrebbe avuto una più ampia e più bilanciata presenza globale rispetto a quella che ciascuna società ha, al momento, da sola.
Così si legge nel comunicato di FCA:
“Il Consiglio di Amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles N.V. riunitosi questa sera sotto la presidenza di John Elkann ha deciso di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata a Groupe Renault.
FCA continua ad essere fermamente convinta della stringente logica evolutiva di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti. E’ tuttavia divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo.
FCA esprime la propria sincera gratitudine a Groupe Renault, in particolare al suo Presidente, al suo Amministratore Delegato ed agli Alliance Partners, Nissan Motor Company e Mitsubishi Motors Corporation, per il loro costruttivo impegno in merito a tutti gli aspetti della proposta di FCA. FCA continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente”.
Il comunicato è stato diramato a seguito della nota di Renault:
“il Cda non è stato in grado di prendere una decisione a causa dell’auspicio espresso dai rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto ad un consiglio ulteriore”.
Lo Stato francese, primo azionista di Renault con una quota del 15%, aveva già nel fine settimana avanzato diverse pretese e condizioni, relative alla governance e non solo. Parigi aveva considerato prioritaria la tutela degli stabilimenti e dei suoi dipendenti, chiedendo anche che la sede della nuova holding risultante dalla fusione fosse a Parigi.
La fusione aveva dovuto fare i conti inoltre con il sindacato CGT che si era detto contrario all’operazione. In più, a mettere i bastoni alle ruote del piano, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, sarebbe stata la scelta di due consiglieri di Nissan facenti parte del board di Renault di ritirare l’appoggio alla proposta di fusione.Il loro no avrebbe alimentato i dubbi di Renault sull’intenzione della giapponese Nissan di tutelare l’alleanza con Renault (riferimento all’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi) nel caso in cui il processo di fusione fosse andato avanti.
Arriva intanto il commento del ministro dell’economia francese Bruno Le Maire, che rende noto di aver “preso atto” del ritiro dell’offerta di Fca per Renault. Con un comunicato, il ministro ha assicurato che lo Stato francese ha lavorato “in modo costruttivo” al progetto di fusione:
“Lo Stato, fin dalla presentazione dell’offerta, ha accolto favorevolmente il progetto e ha lavorato in modo costruttivo con tutte le parti interessate”, ha detto, aggiungendo che un accordo era stato trovato su tre dei quattro temi chiave delle trattative. Evidentemente, non è bastato.