Reddito di cittadinanza: assist da Ignazio Visco di Bankitalia e Messina (Intesa SanPaolo)
Il mondo delle banche appoggia – certo con qualche riserva – il reddito di cittadinanza, il cavallo di battaglia sventolato dal M5S durante la campagna elettorale precedente le elezioni politiche del 4 marzo scorso, che ha premiato l’attuale vicepremier Luigi Di Maio & Co.
La misura del MoVimento – che è diventata ufficialmente realtà, con il decretone che include anche quota 100 entrato in vigore alla mezzanotte di oggi – ha ricevuto infatti l’assist del numero uno di Bankitalia, Ignazio Visco.
Nel presentare il suo ultimo libro alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, il governatore ha affermato che il reddito di cittadinanza “può essere una variante del reddito d’inclusione”, visto che “porta a garantire un periodo di povertà relativa tra un lavoro e l’altro e questo avverrà per molti”.
La prova di fiducia segue il giudizio positivo che è arrivato ieri, di nuovo, dal numero uno di Intesa SanPaolo, Carlo Messina.
Già lo scorso 23 gennaio, in un’intervista rilasciata a La Stampa, Messina si era mostrato fiducioso nell’intero sistema Italia, controbattendo alla frase shock del Fondo Monetario Internazionale, che aveva bollato l’Italia alla stregua di un rischio globale.
In quell’occasione, nel promuovere il paese con un messaggio ben chiaro consegnato a Davos, ‘Comprate Italia!’ il banchiere si era detto favorevole anche al reddito di cittadinanza.
Messina è tornato ad appoggiare la misura nelle ultime ore, in occasione di un convegno sull’impegno della banca nel sociale:
“Il reddito di cittadinanza può essere fatto meglio. Ma ora destiniamo le risorse a chi ha bisogno e poi pensiamo se bisogna migliorarlo”, ha detto, aggiungendo: “Se c’è bisogno noi ci siamo”.
Il Consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo ha detto anche di essere fiducioso nella ripresa dell’economia, dopo il rallentamento attuale, nella seconda parte del 2019:
“Io credo che oggi siamo in una fase di rallentamento mondiale, dovuto alla competizione che si è creata tra gli Stati Uniti e la Cina, che ha avuto un impatto significativo sulla Germania e la Germania è il principale mercato di sbocco delle nostre esportazioni. Questo ha determinato inevitabilmente un rallentamento della nostra crescita”.
Detto questo “credo che però, nel corso dei prossimi mesi, sarà inevitabile che venga trovato un accordo tra la Cina e gli Stati Uniti, quindi questo è un fattore che io vedo come temporaneo e nella seconda parte del 2019 poi si potrà avere un’accelerazione della crescita. Ci sono poi delle componenti delle aziende che sono più legate alla domanda interna, che ha avuto un rallentamento probabilmente per l’impatto derivante dalla crescita dello Spread e alcuni elementi di attenzione da parte delle famiglie, ma su questo credo che la manovra che è stata disegnata dal governo certamente porterà diverse risorse nelle disponibilità delle famiglie, queste verranno reinvestite nei consumi e quindi anche sul fronte della domanda interna credo ci potrà essere una accelerazione della crescita”.