Caso Eurovita: Gestione Separata e Fondi Assicurativi Interni. Cosa succede in caso di fallimento?
Ormai si continua a parlare del caso Eurovita dopo che l’Ivass ha deciso di congelare i riscatti delle polizze nel tentativo di arginare la fuga dei clienti fino al 31 marzo 2023 per un possibile smottamento del capitale. È di pochi giorni fa la notizia che la compagnia assicurativa ha ricevuto un primo importante contributo da parte dell’azionista Flavia HoldCo Limited (una entità appartenente al fondo di private equity Civen, socio di maggioranza della compagnia) pari a 100 milioni di euro.
Intanto, il commissario Santoliquido sta procedendo con le attività finalizzate a cercare ulteriori soluzioni volta al rafforzamento patrimoniale di Eurovita, che attualmente ha un coefficiente di solvibilità sotto al 150%, la soglia di tolleranza delle autorità di controllo. Per la ricapitalizzazione Ivass ha pertanto chiesto 200 milioni di euro, dunque con il contributo annunciato i giorni scorsi di 100 milioni possiamo dire che siamo a metà strada.
Ma quello che mette in allerta i risparmiatori non è tanto la situazione patrimoniale di Eurovita, bensì quale potrebbe essere il destino delle polizze sottoscritte, che non sono però tutte uguali.
La gestione separata
La gestione separata (GS) è una particolare gestione finanziaria, appositamente creata dalla compagnia assicurativa, nella quale vengono investiti i capitali dei clienti che sottoscrivono una polizza vita tradizionale. Questa tipologia di prodotti viene generalmente definita di “Ramo I”.
In pratica, è un patrimonio separato dalla compagnia: quindi, qualsiasi cosa succeda, nessuno potrà toccare i capitali delle GS. In altre parole, il denaro che le costituisce può essere incassato solo dai clienti che vi hanno investito.
Il patrimonio della gestione separata è investito in titoli che, fino a quando rimangono all’interno della polizza e non vengono venduti, sono valorizzati al prezzo a cui sono stati inizialmente acquistati (il cosiddetto criterio di contabilizzazione a “valore storico”). Facciamo un esempio: se una polizza di Ramo I acquista un titolo a 1.000 euro, questo titolo sarà valorizzato a 1.000 euro fino a quando verrà venduto, anche nel caso in cui il “valore di mercato” reale del titolo dovesse oscillare.
Occhio però che non resta sempre allo stesso valore, come potrebbe apparire. Il valore cambia grazie ai rendimenti (per esempio, le cedole incassate) che vengono generati dai titoli in portafoglio e che fanno aumentare il valore. Anche al momento della vendita ci potrebbe essere un’oscillazione del valore del titolo: la differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita si trasferirà sul valore della GS, generando un guadagno o una perdita.
Tornando dunque al caso Eurovita, nel caso di fallimento cosa potrebbe accadere alle nostre polizze di Ramo I? Il patrimonio delle GS non rientrerebbe nel fallimento, ma sarebbe liquidato ai prezzi di mercato dei titoli presenti in portafoglio e decadrebbe la garanzia della restituzione del 100% del capitale versato.
I Fondi assicurativi interni
Lo scenario è diverso se i risparmiatori abbiano sottoscritto dei fondi assicurativi interni (FIA) che compongono le polizze assicurative multiramo (generalmente definite di “Ramo III”).
Le polizze Ramo III sono formate da una gestione separata e da fondi assicurativi interni. Per la prima componente, tutto sarebbe considerato come per le polizze di Ramo I di cui abbiamo appena parlato. Per la seconda componente invece non ci sarebbe alcun tipo di garanzia se non quella di una valutazione di mercato come per una normale fondo di investimento.
I FIA sono infatti dei veri e propri fondi comuni di investimento, mentre alcune volte possono essere delle SICAV, ossia società a capitale variabile. A differenza di altre tipologie, ad investire nei fondi assicurativi sono le polizze unit-linked, ma per il resto il loro funzionamento non è così diverso.
Si tratta di un prodotto finanziario molto comune perché proposto ai clienti di molte banche e dunque non è circoscritto a una ristretta cerchia di investitori. La raccolta di capitali da parte dei fondi assicurativi avviene grazie alla stipula di nuove polizze sulla vita, di tipo unit-linked e non gestione separata. I FIA possono rientrare nella categoria del risparmio gestito, infatti la compravendita di quote del loro portafoglio è gestita da una sgr, una sigla che sta per “società di gestione del risparmio”.
Tornando al caso Eurovita, in caso di fallimento sulle somme da restituire sia se Ramo I o Ramo III pende la spada di Damocle del rialzo dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali. Tali rialzi potrebbero generare cali dei prezzi dei titoli proporzionali alla durata dei titoli stessi. Ogni FIA ed ogni GS, potrebbe avere portafogli completamente diversi, con valori e patrimonialità che andranno valutate al momento dell’eventuale liquidazione.
Insomma, una situazione tutta da definire e che non può essere in nessun modo considerata a priori senza conoscere la condizione e le scelte effettuate dai gestori. In caso di liquidazione coatta amministrativa, i risparmiatori coinvolti saranno supportati dal liquidatore delle polizze per la valutazione delle somme che verranno restituite loro.