Rc auto, l’inflazione fa salire i prezzi: nel 2023 aumenti del 4,3%. Preoccupano danni da catastrofi climatiche
Dopo undici anni di riduzione dei premi Rc auto, nel 2023 sono tornati ad aumentare, per la precisione del 4,3%. Un incremento attribuibile alla dinamica inflazionistica che ha influenzato il costo dei risarcimenti. Il divario tra il premio medio Rc auto in Italia e quello europeo si è però ulteriormente ridotto: quelle italiane costano ora solo 36 euro in più nel 2023, partendo dai 213 del 2012.
Sono alcuni dei dati presentati oggi dalla presidente dell’Ania, l’associazione fra le imprese assicuratrici, Maria Bianca Farina, dal palco dell’assemblea annuale dell’associazione. Durante la presentazione dei dati si è parlato anche delle ripercussioni dei disastri climatici, con l’Italia che parte da una base preoccupante: solo il 6% delle abitazioni è coperto contro i rischi di terremoti e alluvioni.
L’inflazione fa aumentare i prezzi delle assicurazioni
Secondo i dati Ania, le polizze italiane per la copertura della responsabilità civile auto nella media degli anni 2008-2012 erano più costose di 213 euro rispetto alla media di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Nel 2015 questo divario si era ridotto a 138 euro, per poi scendere ulteriormente alla fine del 2023 a 36 euro.
“Dopo undici anni di riduzione del volume dei premi RC auto, nel 2023 questo aggregato è aumentato del 4,3% – spiega la presidente Ania – Questa crescita è spiegabile con la dinamica inflazionistica che ha influenzato il costo dei risarcimenti; tuttavia, è stata inferiore rispetto alla media degli altri Paesi europei. Di conseguenza, il divario tra il premio medio Rc auto in Italia e quello europeo si è ulteriormente ridotto, scendendo a 36 euro nel 2023″.
Nel 2023, le imprese di assicurazione si confermano il principale investitore istituzionale italiano: “alla fine dell’anno, gli investimenti in polizze vita rappresentavano il 14% del risparmio delle famiglie italiane“, spiega Farina. “I risultati del nostro settore nel 2023 registrano un volume totale di premi pari a 130 miliardi, in linea con l’anno precedente, anche se la raccolta del comparto vita ha segnato una riduzione del 3,5% a causa della forte contrazione dei premi per le polizze unit linked (-32%)”, ha spiegato la presidente.
Le critiche delle associazioni dei consumatori
La crescita dell’Rc auto ovviamente non può che far storcere il naso alle associazioni di consumatori. In prima linea il Codacons, secondo il quale a partire dalla seconda metà del 2022 i prezzi delle polizze hanno iniziato a crescere, portando il premio medio a maggio 2024 a quota 400 euro (secondo gli ultimi dati diffusi dall’Ivass). “Questo significa che in poco più di due anni le tariffe Rc auto hanno subito un rincaro complessivo del 13,3%, passando da una media di 353 euro di gennaio 2022 (dato Ivass) ai 400 attuali, con un aumento di ben 47 euro a polizza”, afferma l’associazione.
Rincari che, considerate le 32,9 milioni di auto assicurate in Italia, “hanno determinato una stangata complessiva da 1,5 miliardi di euro a danno degli automobilisti italiani”, conclude il Codacons.
Critico anche l’Unc del presidente Massimiliano Dona: “È chiaro che dal 2000 ad oggi il divario con l’Europa è sceso, così come i premi rc auto. Il problema è che quel trend in discesa, invece di proseguire, dopo la fine dei lockdown si è interrotto. La scusa è quella dell’inflazione che però non spiega rincari che, per citare l’ultima indagine Iper dell’Ivass relativa al primo trimestre 2024, sono pari al 7,2% su base annuali. Insomma rialzi immotivati”, spiega Dona.
Record di 6 miliardi di danni da catastrofi climatiche
Un approfondimento è stato dedicato al cambiamento climatico e alle catastrofi naturali, che diventano sempre più frequenti e distruttive.
In Italia, si è registrato il massimo storico dei danni assicurati: oltre 6 miliardi di euro, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana. “Nel 2023 – ha detto Farina – l’industria assicurativa nel mondo ha pagato quasi 100 miliardi di euro per sinistri legati a catastrofi naturali.”
Farina ha lanciato un campanello d’allarme sulla scarsa diffusione delle assicurazioni contro le calamità naturali. Solo il 6% delle 35,3 milioni di unità abitative esistenti ha una copertura assicurativa contro questi eventi, nonostante l’80% delle abitazioni civili sia esposto a un livello di rischio medio-alto dal punto di vista sismico e di dissesto idrogeologico.
Per quanto riguarda le aziende, solo il 5% ha una copertura assicurativa contro le calamità naturali, con notevoli differenze in funzione delle dimensioni. Tra le oltre 4,5 milioni di aziende italiane, solo il 4% delle micro imprese è assicurato, rispetto al 19% delle piccole imprese, il 72% delle medie e il 97% delle grandi imprese.