Case green: la direttiva UE ci impone di ristrutturare in fretta
Cosa prevede la Direttiva Europea sulle case green? Quali sono i soggetti che saranno, in un modo o nell’altro, costretti a mettere mano al portafoglio e a ristrutturare?
Diamo una risposta secca e precisa a queste domande: essere proprietari di un immobile in classe energetica G mette i diretti interessati in una posizione particolarmente difficile.
Saranno contratti a ristrutturarla entro il 2030.
La Direttiva dell’Unione europea, in estrema sintesi, prevede che, nel corso dei prossimi anni, gli immobili diventino più efficienti sotto il profilo energetico.
Non vi è alcuna imposizione, nel caso in cui i proprietari dovessero continuare a vivere nell’immobile. I problemi sorgono quando questi vengono messi in vendita.
Ma vediamo nel dettaglio cosa cambierà per i diretti interessati.
Case green, milioni di case da ristrutturare in pochi anni
Per il momento è necessario sottolineare che la direttiva europea sulle case green è ancora in bozza. Quindi, prima che venga recepita dall’Italia, potrebbe essere modificata.
Al momento, comunque, nel nostro paese sta salendo la preoccupazione per gli edifici, che dovranno essere ristrutturati: stando alle prime stime si pensa che possano essere almeno 3,7 milioni.
Ad essere coinvolti sono gli immobili che rientrano nelle peggiori classi energetiche, ossia la G e la F, che, nell’arco di pochi anni, dovranno salire in classe energetica E.
Nel corso di questi ultimi anni sono molti gli italiani che hanno utilizzato i bonus ristrutturazioni, mentre altri hanno preferito i cosiddetti prestiti green, nati proprio con lo scopo di raggiungere un maggiore efficientamento energetico.
Ma queste soluzioni, per il momento, non sono state sufficienti per raggiungere gli obiettivi europei.
In Italia, ad oggi, sono troppi gli edifici non efficienti dal punto di vista energetico.
Il problema maggiore è che l’Europa ha posto delle tempistiche davvero stringenti per raggiungere gli obiettivi di una maggiore efficienza energetica:
- gli immobili in classe energetica G dovranno passare alla F entro il 2030;
- le case in classe energetica F dovranno passare alla E entro il 2033;
- entro il 2023, ogni singolo paese membro dell’Unione europea dovrà avere una classe energetica media D.
Spetterà, comunque, ai singoli paesi decidere modalità e criteri di applicazione dei criteri previsti dalla direttiva europea. Ma soprattutto tentare di reperire i fondi necessari per la sua attuazione.
I difetti della direttiva
La direttiva europea sulle case green, comunque, ha qualche difetto.
A metterli in rilievo è stata la Banca Centrale Europea, che se, da un lato condivide la necessità di migliorare l’efficienza energetica degli immobili, dall’altro è consapevole che ogni singolo Stato provvederà ad applicare la normativa in maniera diversa.
I vari paesi dell’Unione europea, infatti, non condividono un unico sistema di classificazione energetica.
Sono in vigore varie normative e diverse classificazioni, che sono particolarmente rilevanti dal punto di vista dei costi della transizione.
Con ogni probabilità a giocare una partita fondamentale e di primo piano saranno i PNNR:
nell’implementazione della direttiva la potrà applicare in base alle misure sugli aiuti finanziari e di altro genere che potranno essere adottati a livello nazionale. Altrettanto importanti saranno i fondi stanziati dall’UE attraverso strumenti come i citati PNNR, il Fondo sociale per il clima e i Fondi regionali.