Stangata sulla casa: l’UE la vuole più green, l’Italia rischia
Casa green: questa è la novità, che arriva direttamente dall’Unione europea e che, nel corso dei prossimi anni, diventerà una vera e propria stangata per i contribuenti.
Bruxelles, infatti, sembra proprio aver adottato un approccio orientato a scaricare direttamente sulle tasche dei cittadini i costi della transizione ecologica. Promuovendo, in un certo senso, una visione classista: chi la possibilità di farlo si adegua, gli altri si arrangiano.
Nel 2035 i viaggiatori si dovranno confrontare con lo stop delle auto a benzina e diesel. Nel frattempo i consumatori devono affrontare il problema degli aumenti delle bollette, determinati da delle scelte energetiche troppo spesso errate.
L’ultimo bersaglio dell’Ue è la casa, al centro di una direttiva sull’efficientamento energetico, della quale si discute da parecchio tempo, ma che adesso potrebbe essere approvata dalla Commissione Energia del Parlamento europeo il prossimo 24 gennaio.
Il testo della direttiva – al momento ancora in fase di trattative – prevede che entro il 1° gennaio 2030 le case dovranno essere in classe energetica E. Dovranno poi raggiungere la D entro il 2033 ed essere ad emissione zero nel periodo compreso tra il 2040 ed il 2050.
Case green, possibile in Italia?
Senza dubbio la scelta di andare verso una casa green è importante per l’ambiente.
La richiesta dell’Europa, però, si scontra direttamente con il patrimonio immobiliare italiano, che, oggi come oggi, è costituito da edifici costruiti alcuni decenni fa, con dei criteri energetici molto diversi da quelli attuali. La misura comporterà l’obbligo – per gli Stati membri – che il patrimonio edilizio venga ristrutturato. In caso contrario potrebbero essere applicate delle sanzioni ai singoli Stati. Una delle proposte iniziali prevedeva, inoltre, che fosse impedita la vendita o l’affitto della casa se non fosse stata a norma con l’efficienza energetica. Questa ipotesi è venuta meno, ma gli immobili che non verranno ristrutturati perderanno di valore.
In Italia almeno il 60% degli immobili appartengono alle classi energetiche G e F. Questo significa, in estrema sintesi, che quanti non potranno permettersi di ristrutturare la propria abitazione, subiranno una vera e propria svalutazione del patrimonio.
È bene premettere che sono previste delle esenzioni per le dimore di interesse storico, ma la tutela riguarda unicamente quelle protette ufficialmente e che sono sottoposte a dei vincoli. Quest’ipotesi esclude, quindi, numerosi edifici che sono posti nei centri storici delle principali città e dei paesi più piccoli.
I numeri delle ristrutturazioni
Far diventare tutte le case green è un vero e proprio problema: economico prima di tutto. Per rendere efficienti le proprie abitazioni, gli italiani nel corso dei prossimi dieci anni dovranno avere a disposizione 12 miliardi di euro ogni anno. Per una spesa complessiva di 120 miliardi di euro.
A fornirci una fotografia del mondo immobiliare italiano ci ha pensato l’Enea, che ha messo in evidenza come dei quasi 58 milioni di immobili residenziali presenti in Italia, circa il 35% sono in classe F e G. Questo significa che sono da migliorare. Stiamo parlando di una stima completamente sommaria, visto che la banca dati del Siape, il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica, è ancora piuttosto incompleto. In pratica, tra i 16 e 45 milioni di case censite dalle Entrate non sarebbe a norma con le prospettive europee.