Lavoro, a luglio autorizzate 36 milioni di ore di cassa integrazione. Salgono anche le domande di Naspi e Dis-coll
Aumentano le ore della cassa integrazione, come anche le domande di disoccupazione tra Naspi e Dis-coll, generando così un clima sempre più di incertezza e ansie nel mercato del lavoro in Italia. È quanto emerge dall’Osservatorio Inps sulla cassa integrazione.
Nei primi sei mesi dell’anno, l’Istituto ha ricevuto 843.635 richieste di disoccupazione, registrando un incremento del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. E solo nel mese di giugno, l’istituto ha ricevuto 177.365 richieste, tra Naspi e Dis-coll, con un aumento del 9% rispetto a giugno 2023.
Quante ore sono state autorizzate per la cassa integrazione e i fondi di solidarietà
Nel mese di luglio, sono state complessivamente autorizzate 36,6 milioni di ore di cassa integrazione (per la precisione 36.597.048), registrando un aumento del 3,71% rispetto a giugno e, più preoccupante, del 27,9% su base annua.
L’aumento è stato più significativo rispetto a luglio 2023, quando le ore autorizzate erano state 28,6 milioni. Le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate a luglio 2024 sono state 26,1 milioni, con un aumento congiunturale di circa il 4% rispetto a giugno 2024 (25,1 milioni di ore). A luglio 2023 erano state autorizzate 18,5 milioni di ore.
Le ore di cassa integrazione straordinaria autorizzate sono state di 9,1 milioni, di cui 5,9 milioni per solidarietà, segnando una leggera diminuzione rispetto ai 9,5 milioni di ore autorizzate nel mese precedente, di cui 6,8 milioni per solidarietà. Anche la variazione tendenziale ha mostrato un calo, con una riduzione del 3,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, quando erano state autorizzate 9,3 milioni di ore, di cui 2,8 milioni per solidarietà. Nel luglio 2024 non sono stati autorizzati interventi in deroga.
Stesso copione anche per i fondi di solidarietà; a luglio sono state autorizzate 1,3 milioni di ore, sempre un aumento rispetto al mese precedente che è stato 0,7 milioni. Questo incremento ha coinvolto principalmente due settori: quello degli “intermediari” (come agenzie di viaggio, immobiliari, brokeraggio e magazzini di custodia conto terzi) e quello che raccoglie le “attività varie” (quindi professionisti, artisti, scuole e istituti privati di istruzione, istituti di vigilanza e case di cura private). Va inoltre segnalato che il totale delle ore autorizzate nei primi sette mesi del 2024 (6,7 milioni di ore) è stato significativamente inferiore rispetto ai primi sette mesi del 2023 (8,9 milioni di ore).
Differenze tra cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga
Gli ammortizzatori sociali rivestono un ruolo cruciale nel sistema di protezione sociale italiano, fornendo sostegno a lavoratori e imprese in tempi di crisi economica o ristrutturazione. Tra questi strumenti, la cassa integrazione è sicuramente uno dei più rilevanti e utilizzati, occupando una posizione centrale nel panorama delle misure di tutela.
Esistono tre principali tipologie di cassa integrazione:
- Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria: è la forma principale e viene utilizzata per sostenere le imprese in difficoltà e i loro dipendenti durante periodi di crisi economica, ristrutturazioni aziendali o cali temporanei dell’attività produttiva. È progettata per garantire una continuità occupazionale evitando licenziamenti massicci e fornendo supporto ai lavoratori e alle imprese.
- Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria: questa forma è destinata a situazioni di particolare complessità che richiedono interventi straordinari per mantenere l’occupazione e garantire la continuità dell’attività aziendale. Le imprese devono dimostrare la gravità della loro situazione economica e la necessità di tali interventi straordinari.
- Cassa Integrazione Guadagni in Deroga: utilizzata per situazioni di crisi o emergenza che non rientrano nelle condizioni di quella ordinaria o della straordinaria. Introdotta sperimentalmente nel 2005 e prorogata successivamente, la quella in deroga fornisce un sostegno economico ai lavoratori di imprese escluse dalle tutele ordinarie o che hanno esaurito i periodi di fruizione delle tutele standard.
Aumentano le domande di Naspi e Dis-coll
Come aumentano le ore della cassa integrazione e fondi di solidarietà, aumentano anche le domande di Naspi e Dis-coll, i due servizi di indennità che lo Stato mette a servizio dei lavoratori che hanno perduto involontariamente l’occupazione.
Gli aumenti sono vertiginosi: a giugno sono state 173.777 le domande per la Naspi, con un aumento del 9% rispetto allo stesso mese del 2023 e di quasi 67mila rispetto a maggio 2024 e un totale di 830.395 domande. Per quanto riguarda la Dis-coll, le domande sono state 3.588 a giugno con un aumento del 10,4% rispetto allo scorso anno e un totale di 13.240 domande. Complessivamente, sono state presentate 843.635 richieste nei primi sei mesi del 2024.
Differenze tra Naspi e Dis-coll
Naspi e Dis-coll sono due misure che garantiscono supporto economico a chi si trova temporaneamente senza lavoro, consentendogli di gestire il periodo di inattività con maggiore tranquillità. Le differenze riguardano però a chi spettano queste due misure.
La Naspi, introdotta nel 2015, è un sostegno mensile destinato ai lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro involontariamente ed è possibile cumularla con redditi provenienti da lavoro dipendente, parasubordinato o autonomo.
La Dis-coll è sempre un’indennità mensile ma che supporta i collaboratori coordinati e continuativi, gli assegnisti e i dottorandi di ricerca con borsa di studio che hanno perso il lavoro involontariamente. Non è disponibile per collaboratori che percepiscono una pensione, amministratori, sindaci, titolari di partita Iva, membri di associazioni o enti vari e revisori di società.
I dati delle regioni
A livello regionale, la Lombardia è stata la regione con il numero più alto di richieste, con 123.590 domande, seguita dalla Campania con 82.284 e dal Lazio con 79.504. Anche nel 2023, quando in Italia sono state presentate 2.146.365 domande, la Lombardia era al primo posto con 270.164 richieste.
Ecco l’elenco delle regioni con il maggior numero di domande Naspi nel primo semestre del 2024, ordinate dal dato più alto al più basso:
- Lombardia: 123.590 domande
- Campania: 82.284 domande
- Lazio: 79.504 domande
- Sicilia: 74.270 domande
- Emilia-Romagna: 62.376 domande
- Veneto: 61.771 domande
- Piemonte: 57.197 domande
- Puglia: 56.723 domande
- Toscana: 47.590 domande
- Trentino-Alto Adige: 27.826 domande
- Sardegna: 27.051 domande
- Calabria: 26.639 domande
- Marche: 21.665 domande
- Abruzzo: 20.579 domande
- Liguria: 19.349 domande
- Friuli-Venezia Giulia: 15.541 domande
- Umbria: 10.855 domande
- Basilicata: 7.884 domande
- Molise: 4.606 domande
- Valle d’Aosta: 3.095 domande
Analizzando le macro-aree geografiche per il 2024, il Nord Ovest ha registrato 203.231 domande, il Nord Est 167.514, il Centro 159.614 e il Mezzogiorno 300.036.