Ritardo nei pagamenti: bene il Nord Est e le microimprese, poco virtuosi il Sud e le Isole
Gli italiani stanno diventando più attenti nell’effettuare i pagamenti nei tempi previsti, anche se vi sono ancora differenze rilevanti per aree geografiche, settori merceologici e dimensioni delle aziende. Lo afferma lo Studio Pagamenti condotto da Cribis, una società specializzata nella fornitura di informazioni commerciali all’interno del gruppo CRIF, il quale indica un aumento del 18,4% nei pagamenti regolari. Inoltre, si osserva una diminuzione del 10% nei pagamenti in ritardo entro 30 giorni e dell’8,6% per quelli oltre i 30 giorni.
Le differenze tra regioni e macro-aree
I dati relativi al quarto trimestre del 2023 sono in linea a quelli del trimestre precedente: non vi è alcuna variazione nei pagamenti regolari, rimanendo stabili al 41,1%, mentre si registra una lieve diminuzione nei pagamenti in ritardo entro i 30 giorni, passando dal 49,5% al 49,3%, a vantaggio di quelli oltre i 30 giorni, che aumentano dal 9,4% al 9,6%.
Nel complesso, le analisi trimestrali condotte da CRIBIS nel corso del 2023 indicano una stabilizzazione del numero di pagamenti puntuali, accompagnata da una leggera crescita dei ritardi oltre i 30 giorni dalla scadenza. Questi ultimi passano dal 9,1% alla fine del 2022 (quarto trimestre 2022) al 9,6% alla fine del 2023, registrando un miglioramento rispetto alla fine del 2019 (10,5%).
Le differenze maggiori però si registrano analizzando le macro-aree geografiche: il Nord Est è la zona più affidabile, con il 47,7% dei pagamenti regolari, mentre le imprese del Sud e delle Isole mostrano un comportamento meno virtuoso, con solo il 28,6% di pagamenti effettuati puntualmente, creando uno scarto di 19,1 punti percentuali. Le regioni della Lombardia, dell’Emilia-Romagna e del Veneto si distinguono per la puntualità nei pagamenti, con percentuali rispettivamente del 51,4%, 48,8% e 47,6%, mentre si registrano maggiori criticità per la Campania (28,5%), la Calabria (25%) e la Sicilia (23,1%).
Anche nei ritardi oltre i trenta giorni dalla scadenza si evidenziano differenze significative: nel Nord Est sono del 6,5% (con il Trentino che si distingue come la regione più virtuosa, con il 5,4%), mentre nell’area Sud e Isole raggiungono il 15% (con la Sicilia che si colloca come la regione meno virtuosa, con il 18,3%). I tempi medi dei pagamenti seguono lo stesso andamento geografico: le regioni più puntuali sono il Trentino-Alto Adige e la Liguria (entrambe con 61 giorni), mentre la Calabria risulta essere la meno puntuale (76 giorni).
Di seguito, ecco la classifica delle regioni con i tempi medi più lunghi:
- Calabria: 76 giorni
- Lazio: 74 giorni
- Sardegna: 73 giorni
- Puglia: 72 giorni
- Molise: 72 giorni
- Piemonte: 71 giorni
- Sicilia: 71 giorni
- Abruzzo: 71 giorni
- Marche: 70 giorni
- Campania: 69 giorni
- Friuli-Venezia Giulia: 69 giorni
- Emilia-Romagna: 69 giorni
- Valle d’Aosta: 69 giorni
- Basilicata: 67 giorni
- Veneto: 67 giorni
- Lombardia: 67 giorni
- Toscana: 67 giorni
- Umbria: 65 giorni
- Liguria: 61 giorni
- Trentino-Alto Adige: 61 giorni
Guardando le province, le più virtuose sono quelle della Lombardia (come Sondrio, Bergamo e Brescia), mentre le province della Sicilia e della Calabria (come Palermo, Reggio Calabria e Trapani) occupano le posizioni più basse nel ranking della puntualità dei pagamenti.
I maggiori ritardi si segnalano nella ristorazione
Si segnalano poi maggiori ritardi all’interno di diversi settori merceologici. Come l’industria chimica, che registrano un aumento del 19,5% nei pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza, seguite dalle industrie della carta con un incremento del 17,2%. Inoltre, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, vi sono peggioramenti nel settore delle costruzioni (+25% rispetto al Q4 2022), nell’industria chimica (+16,7%) e tra gli installatori (+14,3%).
I settori più colpiti sono però quelli della ristorazione, con il 19,9% dei pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza, delle industrie alimentari (12,3%) e della grande distribuzione/organizzata (12,2%). Al contrario, le industrie dei macchinari, delle attrezzature elettriche ed elettroniche mostrano un tasso di ritardi molto basso (rispettivamente 4,1%, 3,4% nonostante l’aumento dei ritardi nella carta, e 3,1%).
Più l’azienda è grande e più ci sono ritardi
Per quanto riguarda le dimensioni delle aziende, le microimprese risultano le più puntuali, con il 43% effettuati regolarmente alla scadenza, ma registrano un tasso più elevato di ritardi gravi (10,5%) rispetto alla media. Al contrario, le grandi aziende presentano più ritardi lievi (80%), meno pagamenti regolari (15,3%) e una percentuale più bassa di pagamenti in ritardo grave (3,9%, il valore più basso tra tutte le tipologie di azienda).
In generale, all’aumentare delle dimensioni aziendali, aumenta anche la percentuale di aziende con ritardi lievi: il 55,5% per le piccole imprese, il 67,1% per le medie e l’80,8% per le grandi. D’altra parte, le dimensioni più grandi dell’azienda sono correlate a una minore incidenza dei ritardi gravi: 10,5% per le microimprese, 6,4% per le piccole, 4,7% per le medie e 3,9% per le grandi.