In pensione a 72 anni: chi deve lavorare di più
Il Governo Meloni ci riprova: l’ipotesi è quella di mandare in pensione tutte le professioni sanitarie a 72 anni. Dopo il tentativo fallito di inserire, direttamente all’interno del Decreto Milleproroghe, la possibilità di andare in quiescenza a 72 anni per i medici, adesso si cerca di allargare le maglie del provvedimento.
Questa volta il nuovo emendamento dal Decreto Milleproroghe arriva dalla Lega: l’obiettivo di fondo è quello di cercare di supplire alle carenze di personale della sanità, mandando i dipendenti in pensione a 72 anni. La novità, però, questa volta coinvolge tutto il personale sanitario, non solo i medici. Ricordiamo che l’emendamento che coinvolgeva solo e soltanto queste figure professionali era stato dichiarato improponibile dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato.
Personale sanitario in pensione a 72 anni
Al centro dell’attenzione, quindi, torna la possibilità che il personale sanitario possa andare in pensione a 72 anni. Un’eventualità che è stata fortemente criticata dai sindacati dei medici e dalle varie associazioni di categoria, che avevano puntato il dito contro la proposta già a dicembre, quando la maggioranza aveva intenzione di inserirla all’interno della Legge di Bilancio. Da parte loro, invece, i rappresentanti dei sanitari stanno chiedendo di favorire le assunzioni dei giovani, ma soprattutto di provvedere a migliorare le condizioni lavorative in modo da rendere l’occupazione più attrattiva. Da contrastare, secondo le associazioni di categorie, anche la prassi dei cosiddetti medici a gettone.
Questa volta a presentare l’emendamento ci ha pensato Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato. Il nuovo testo ha già superato il vaglio dell’ammissibilità ed è stato depositato come “proroga di termini in materia di personale sanitario”.
Rispetto ai precedenti, l’emendamento della Lega risulta essere molto più articolato. Oltre ai medici chiama in causa tutte le professioni sanitarie, che, in questo modo, vengono coinvolte nell’innalzamento volontario dell’età della pensione a 72 anni. Questa proposta è stata concordata trasversalmente da tutta la maggioranza ed ha già avuto un prima via libero da Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, per le coperture finanziarie.
Cosa prevede il testo
I sanitari, secondo quanto prevede il nuovo testo, potranno rimanere in servizio fino al 31 dicembre 2026. Ad essere coinvolti sono anche i medici in servizio presso l’Inps e l’Inail, quelli convenzionati con il sistema sanitario nazionale ed i docenti universitari.
Nell’emendamento si legge, inoltre, che è possibile “l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore sociosanitario, in deroga alle norme sul riconoscimento delle predette qualifiche professionali, a patto che Il professionista abbia una elevata conoscenza della lingua italiana, in ragione della relazione clinico assistenziale con il paziente”.
Accanto all’innalzamento dell’età della pensione, si è anche venuti incontro alle richieste delle associazioni dei medici. Fino alla fine del 2026 le Asl potranno assumere, con contratto a tempo determinato, medici al terzo anno di specializzazione. Ovviamente nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio e nei limiti di spesa del personale. Andando nel dettaglio, le assunzioni riguarderanno:
- medici;
- medici veterinari;
- odontoiatri;
- biologi;
- chimici;
- farmacisti;
- fisici;
- psicologi.
I professionisti, che abbiamo appena elencato, devono aver superato le procedure concorsuali per l’accesso alla dirigenza del ruolo sanitario. Devono, quindi, risultare iscritti nella graduatoria separata.