Pensioni: Olanda in vetta, Italia al 35° posto (su 48) nel Global Pension Index 2024
Che l’Italia abbia bisogno di riformare il suo sistema pensionistico è ormai cosa nota; lo dimostra il fatto che ogni governo ha sempre cercato di modificare la legge Fornero fin dalla sua approvazione nel 2011. Che ci sia degli elementi critici e da migliorare lo certifica anche il Mercer CFA Institute, che con il suo Global Pension Index 2024 fotografa la situazione delle pensioni nel mondo, con l’Italia al 35° posto su 48 pasi analizzati.
Paesi Bassi, Islanda, Danimarca e Israele hanno i sistemi migliori, ognuno dei quali ha ricevuto come voto una A. Tra le note di quest’anno il fatto che nessun Paese ha ricevuto una E, ovvero un indice inferiore a 35. Un punteggio tra 35 e 50, ovvero una D, indica un sistema che ha alcune caratteristiche valide ma anche importanti omissioni o debolezze.
Come è messa l’Italia: voto basso ma ci sono miglioramenti
Per quanto riguarda l’Italia, il Paese continua a collocarsi al di sotto della media europea in tutte e tre le dimensioni, insieme ad Austria, Polonia e Turchia. L’indice complessivo è diminuito leggermente rispetto al 2023, passando da 56.3 a 55.4, con il nostro paese che prende una C, ovvero “un sistema che ha alcune buone caratteristiche ma ha anche rischi e/o carenze importanti che dovrebbero essere affrontati; senza questi miglioramenti, la sua efficacia e/o sostenibilità a lungo termine possono essere messe in discussione”, spiega il report.
Guardando gli indici, nell’area dell’adeguatezza l’Italia ha visto un peggioramento della propria posizione, con un indice sceso da 72.7 a 68.2. Tuttavia, l’indice di sostenibilità è migliorato leggermente, passando da 23.7 a 25.1, grazie a un lieve aumento del numero di persone con più di 50 anni iscritte a un fondo pensione. Nonostante ciò, l’Italia rimane in fondo alla classifica europea per sostenibilità, occupando il penultimo posto davanti all’Austria.
“Le sfide principali restano l‘alto debito pubblico, la bassa crescita economica, l’elevata spesa pensionistica statale e il ridotto livello di adesione alla previdenza complementare”, spiega il comunicato.
Il sotto-indice relativo all’integrità del sistema pensionistico, con un focus sul settore privato, è il più alto per l’Italia (77.2), segnando un miglioramento rispetto all’anno precedente (75.9). Questo risultato è dovuto soprattutto all’aumento del capitale gestito dai principali fondi pensione privati e alla maggiore trasparenza delle informazioni fornite ai membri.
L’importanza dei piani di previdenza
Come può l’Italia migliorare questo voto? Una risposta univoca non c’è, anche se lo studio di Mercer propone una maggiore adesione ai fondi di previdenza complementare, che “potrebbe rappresentare un vantaggio significativo sia per il sistema pensionistico italiano che per i cittadini”. Ma non tutti possono sapere cosa sono e non è sufficiente il supporto di consulenti esperti; bisognerebbe anche creare delle “campagne di sensibilizzazione e formazione su gestione del risparmio e finanza personale. Le imprese possono svolgere un ruolo cruciale avviando percorsi di formazione sugli investimenti e offrendo servizi di supporto dedicati ai lavoratori”.
Ma no solo; per incoraggiare una partecipazione più ampia alla previdenza complementare, sono inoltre necessari interventi strutturali a livello nazionale, considerando le sfide demografiche, la riduzione dei contribuenti attivi e l’aumento della popolazione pensionata, oltre al crescente debito pubblico.
La situazione negli altri Paesi
I Paesi Bassi ottengono il punteggio più alto nell’indice globale delle pensioni con 84.8, seguiti da Islanda (83.4) e Danimarca (81.6). Come spiega il report, oltre a beneficiare di normative ben definite e servizi di assistenza per i partecipanti, il sistema pensionistico olandese trae vantaggio dalla transizione da un modello collettivo a prestazione definita a uno individuale a contribuzione definita.
A livello globale, la crescente longevità, i tassi di interesse elevati e l’incremento dei costi sanitari stanno mettendo maggiore pressione sui bilanci pubblici per sostenere i programmi pensionistici, causando una leggera riduzione dei punteggi complessivi. Paesi come Cina, Messico, India e Francia hanno avviato riforme recenti per migliorare i propri sistemi. Tuttavia, le riforme annunciate dalla Cina a settembre non sono ancora riflettute nei punteggi attuali dell’indice.