Prestiti in calo in Italia, mentre cresce il credito al consumo: i dati di First Cisl e Bankitalia
Nonostante il continuo calo dei prestiti alle famiglie, il credito al consumo in Italia mantiene un ritmo di crescita sostenuto, con il Taeg che rimane più elevato rispetto alla media dell’area euro. Notizie che provengono da un’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl, che prende in esame i prestiti e crediti al consumo del secondo trimestre 2024.
Che i prestiti siano in calo lo accerta anche la Banca d’Italia in una nota pubblicata oggi: i prestiti al settore privato in Italia sono diminuiti dell’1,5% sui dodici mesi (-1,6 nel mese precedente).
Taeg superiore ad ogni paese dell’area euro
Secondo l’analisi condotta da First Cisl su dati della Bce relativi ai prestiti concessi in Italia nel secondo trimestre del 2024 (da aprile a giugno), i prestiti alle famiglie hanno registrato un lieve calo dello 0,1%. In controtendenza, però, continuano a crescere le richieste di credito al consumo, come il finanziamento per pagamenti rateali. In Italia, questa crescita è stata in media dell’1,8% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. L’importo totale richiesto per l’acquisto di beni o servizi è passato da 162,419 miliardi di euro nel primo trimestre a 165,278 miliardi di euro nel secondo trimestre.
L’Italia si conferma tra i Paesi europei con i costi più elevati per il credito al consumo. Ad agosto, il Taeg per le nuove operazioni ha raggiunto il 10,5%, un valore nettamente superiore alla media dell’area euro (8,55%) e ai tassi registrati in Francia (6,82%) e Germania (8,27%). Già a luglio si era osservato un nuovo aumento, dopo il calo registrato nel mese di giugno.
Tuttavia, non tutte le regioni hanno registrato lo stesso andamento, pur non avendo nessuna riportato un calo. Le regioni con l’aumento più significativo sono state Valle d’Aosta (+2,3%), Lombardia (+2,15%) e Toscana (+2,13%). Anche Emilia Romagna (+1,96%) e Trentino Alto Adige (+1,84%) hanno superato la media nazionale. Le regioni con gli incrementi minori sono state Sardegna (+0,99%) e Basilicata (+1,36%).
In Italia, quindi, i costi dei prestiti al consumo risultano significativamente più alti non solo rispetto ai Paesi di riferimento, ma anche rispetto alla media degli Stati dell’area euro considerati nel rapporto della Bce. Questa situazione impatta negativamente soprattutto sui consumatori e sul loro potere d’acquisto; chi ricorre al credito al consumo lo fa spesso per la necessità di dilazionare le spese a causa di una mancanza di liquidità immediata. Questo colpisce in particolare le fasce di popolazione a reddito medio-basso, che sono ulteriormente penalizzate dagli elevati costi di questi finanziamenti.
Bankitalia, prestiti in calo dell’1,5% annuo ad agosto
Anche per Bankitalia c’è un calo dei prestiti: il report uscito oggi riguardante i dati di agosto mostra come i prestiti al settore privato sono diminuiti dell’1,5% su base annua, rispetto al -1,6% del mese precedente. I prestiti alle famiglie hanno fatto segnare un calo dello 0,6%, mentre quelli alle società non finanziarie sono scesi del 3,5%, rispetto al -3,9% di luglio. D’altra parte, i depositi del settore privato sono aumentati del 2%, in crescita rispetto all’1,1% del mese precedente. Anche la raccolta obbligazionaria ha mostrato un incremento, pari al 12,5%, rispetto al 13,3% di luglio.
Salgono poi i tassi di interesse sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, dopo otto riduzioni consecutive: ad agosto, il Taeg è salito al 4,10%, rispetto al 3,94% di luglio. La percentuale di questi prestiti con un periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno è aumentata al 15%, rispetto al 9% del mese precedente.
Per quanto riguarda i nuovi prestiti alle società non finanziarie, i tassi si sono attestati al 5,13%, in calo rispetto al 5,28% del mese precedente. I tassi per importi fino a 1 milione di euro sono stati del 5,49%, mentre quelli per prestiti superiori a tale soglia si sono collocati al 4,91%. Infine, i tassi passivi sui depositi complessivi sono stati pari all’1,00%, leggermente in calo rispetto all’1,01% del mese precedente.
Unc: “Pessima notizia, anche se manca effetto Bce”
Per l’Unc dati di Bankitalia non sono positivi, seppure con riserva visto che manca il taglio di settembre: “Pessima notizia! Si interrompe la discesa dei tassi iniziata a dicembre. Dopo otto cali consecutivi, quindi, si assiste a un rialzo. La speranza, considerato che l’abbassamento dei tassi da parte della Bce è avvenuto solo il 12 settembre, è che il prossimo dato torni a segnare un calo e che l’effetto Bce produca i suoi effetti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, l’aumento dei tassi di oggi significa che la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, sale, rispetto a un mese fa, di 11,50 euro al mese, pari a un aggravio su base annua di 138 euro”, conclude Dona.