Prevenzione e patto generazionale, come combattere l’invecchiamento della popolazione
Entro il 2050, l’indice di invecchiamento e la dipendenza della popolazione anziana continueranno a crescere. Tuttavia, il sistema socio-economico richiederà livelli più elevati di produttività, rendendo necessario che i cittadini rimangano in salute, attivi e ben integrati nella società. È il futuro descritto dal report “Scenario Longevità. Rapporto 2024”, realizzato dal centro studi di Assolombarda, Lattanzio KIBS e IQVIA, presentato al Forum Internazionale Agevity presso l’Università Bocconi di Milano.
L’Italia è tra i Paesi più longevi al mondo, un traguardo notevole in termini di aspettativa di vita. Tuttavia, questo traguardo comporta anche sfide significative sul piano socio-economico.
Italia sempre più vecchia: i dati
Partiamo dallo scenario attuale fotografato dal rapporto presentato al recente forum internazionale Agevity. Attualmente per ogni 100 persone in età lavorativa (15-64 anni), ci sono 38 anziani a carico; e si prevede che questo numero aumenterà fino a 63 entro il 2050, con gli over 85 che costituiranno il 7,2% della popolazione. Nello stesso periodo, la popolazione attiva scenderà dal 63,5% nel 2024 al 54,4%, incrementando ulteriormente la dipendenza degli anziani.
Che l’Italia stia diventando sempre più vecchia non è una novità: anche l’Istat recentemente ha tracciato questo scenario, affermando che per ogni bambino sotto i 10 anni corrisponde più di un ultraottantenne. Con un totale di 4 milioni e 554 mila persone, quasi 50 mila in più rispetto all’anno precedente, la popolazione over 80 ha superato quella degli under 10, che ammonta a 4 milioni e 441 mila individui. Il rapporto tra queste due fasce d’età non è più in parità (1 a 1), ma mostra un forte calo rispetto al 2,5 a 1 di venticinque anni fa e al 9 a 1 di cinquant’anni fa.
Sempre più over 65 nel mondo del lavoro
Le conseguenze dell’inverno demografico stanno già impattando sul sistema Paese, e il mondo del lavoro ne rappresenta un chiaro esempio. L’analisi dei dati sull’occupazione di giugno 2024, condotta dall’Istat, evidenzia tendenze significative, con un’attenzione particolare alla fascia d’età degli over 50.
A livello generale, il numero di occupati è aumentato, suggerendo un andamento positivo nel mercato del lavoro italiano. Tuttavia, l’analisi per fasce d’età offre una lettura più dettagliata, collegata ai trend demografici in atto. Il dato più rilevante riguarda l’occupazione degli over 50, che ha registrato una crescita significativa: +0,4% rispetto a maggio 2024 e +2,7% rispetto a giugno 2023.
Il prolungamento della vita professionale ha portato molte aziende a gestire contemporaneamente fino a quattro generazioni, tra Gen Z, Millennials (Gen Y), Gen X e Boomers. “Creare un ambiente di lavoro multigenerazionale e inclusivo che valorizzi le diverse età è essenziale per il successo delle imprese e per il benessere dei dipendenti, ma servono politiche e strategie innovative, capaci di garantire percorsi più dinamici, trasferimento e aggiornamento delle competenze”, spiega il report.
L’importanza di investire nella prevenzione
Investire nella prevenzione rappresenta un tassello significativo. Secondo il rapporto, il 48% degli intervistati considera la creazione di alleanze tra soggetti pubblici e privati per progetti innovativi la soluzione più efficace. Tuttavia, il 28% richiede un patto intergenerazionale che rafforzi la collaborazione tra giovani, adulti e senior, al fine di garantire il benessere delle future generazioni.
“Investire in prevenzione, promuovere la salute mentale, promuovere partnership pubblico-privato per rendere il sistema sanitario e di welfare più celere nel dare riscontro ai bisogni del cittadino, promuovere l’inclusività e nuovi modelli di carriera nel mondo del lavoro: questi alcuni dei passi fondamentali affinché l’invecchiamento della popolazione possa tramutarsi in un’opportunità di sviluppo per l’Italia e per l’Europa”, ha evidenziato la presidente del Silver Economy Network, Mariuccia Rossini.
“Prevenzione, corretti stili di vita, adesione vaccinale tra le fasce più anziane, andrebbero quindi incrementati grazie a campagne di sensibilizzazione e maggiori investimenti”, mette ancora in evidenza il rapporto. Attualmente, solo il 5% delle risorse del Fondo Sanitario Nazionale è infatti destinato alla prevenzione. Inoltre, l’adozione della telemedicina potrebbe contribuire a colmare le distanze tra i cittadini e il sistema sanitario, favorendo migliori condizioni di salute tra gli over 65. Tuttavia, nonostante il 60% degli italiani si dichiari favorevole al suo utilizzo, la disponibilità di servizi di telemedicina rimane ancora molto frammentata sul territorio.