Reddito di cittadinanza, la formazione è un flop. I numeri
A fine gennaio 2023 sono 827mila i percettori del reddito di cittadinanza, che si sono dichiarati disponibili ad essere impiegati immediatamente all’interno del quadro di programma di Politiche Attive Garanzia Occupabilità dei Lavoratori: un progetto gestito direttamente dell’Anpal.
Una parte dei citati 827mila percettori del reddito di cittadinanza – volendo essere precisi stiamo parlando di 198mila individui – sono stati presi in carico dai Centri per l’impiego. Per una parte di queste persone – 47mila – è stato individuato un percorso formativo. Fino adesso abbiamo dato un po’ di numeri, ma adesso è necessario capire il perché.
Reddito di cittadinanza e formazione
Il reddito di cittadinanza si basa su due differenti pilastri. Il primo è la disponibilità di chi lo percepisce ad accettare una qualsivoglia proposta di impiego. Il secondo è l’inserimento all’interno di programmi di formazione, aggiornamento o reinserimento professionale. Andando ad analizzare questi dati, sembra che il programma Gol stia dando i suoi primi frutti: lo si capisce perché è riuscito a produrre assessment ed orientamenti da parte di chi sta percependo il reddito di cittadinanza.
Diciamo pure che gli inizi sembrano essere contraddistinti da un buon auspicio. Anche se è necessario sottolineare che, per lungo tempo, le politiche e le varie attività di reinserimento e riqualificazione professionale, non sono state coordinate alla perfezione. Dal 2019, anno in cui è stato introdotto il sussidio, fino a poco tempo fa, la formazione era a dir poco caotica.
Ma torniamo ai numeri, con i quali abbiamo aperto. Delle 198mila persone prese in carico, 161 mila, ad oggi, devono ancora iniziare un percorso formativo. I progetti realmente attivati vanno a scontrarsi contro quelle che sono, a tutti gli effetti, le disposizioni previste dalla Legge 4/2019.
Arrivano i fondi del Pnrr
Attraverso il Pnrr – il famoso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – sono stati stanziati qualcosa come 4,4 miliardi di euro per le politiche attive del lavoro. A questo importo devono essere aggiunti altri 500 milioni di euro che arrivano direttamente dal programma React Eu. Questo significa che, nonostante l’ampia disponibilità di fondi, ben poco è stato fatto per quei 660mila percettori del reddito di cittadinanza che, stando al censimento Anpal aggiornato allo scorso 30 giugno 2022, risultavano essere occupabili.
Fino ad oggi i corsi non sono ancora stati avviati. L’Anpal, che tra i propri compiti ha quello di segnalare una molteplicità di problemi all’Inps e anche i casi nei quali il sussidio dovrebbe essere stato sospeso, ha potuto fare ben poco.
La situazione, però, nel corso delle prossime settimane dovrebbe cambiare. Almeno è quanto è stato annunciato dal Ministero del Lavoro, che ha annunciato che la gestione dei corsi dovrebbe diventare leggermente più fluida. Tra l’altro, a breve, verranno applicati anche con maggiore rigore gli obblighi ai quali dovranno sottostare i percettori del reddito di cittadinanza.
I Programmi Gol, tra l’altro, sono delle iniziative a cui possono partecipare anche quanti stanno percependo delle indennità di disoccupazione: questi soggetti, infatti, sono in cima all’elenco delle persone che sono reinseribili più facilmente all’interno del mondo del lavoro. Seguono poi i percettori del reddito di cittadinanza, per i quali, comunque vada, è necessario predisporre nuovi percorsi di formazione, che possano rispondere meglio alle loro esigenze. Questo è quanto previsto ad oggi per il reddito di cittadinanza, in attesa che arrivi il 2024 e si possa scoprire quale sarà il suo destino.