Finanza Assegno unico, nuovi aumenti in vista per il 2024. Ecco chi potrebbero coinvolgere

Assegno unico, nuovi aumenti in vista per il 2024. Ecco chi potrebbero coinvolgere

11 Ottobre 2023 15:20

Novità in vista, nel 2024, per l’assegno unico.

Dal prossimo anno, così come è stato stabilito dal Decreto Legislativo n. 230 del 29 dicembre 2021, l’importo mensile terrà conto dell’inflazione e verrà adeguato al costo della vita.

Cosa comporterà questo ai fini pratici per le famiglie che lo ricevono?

Ad oggi viene erogata cifra che oscilla da un minimo di 54 euro al mese ad un massimo di 189,20 euro per ogni figlio.

Ipotizzando una rivalutazione del 5,4% – calcolata sull’attuale tasso medio di inflazione – l’importo massimo dell’assegno unico potrebbe aumentare di dieci euro, arrivando a 199 euro.

Questa, però, è solo un’ipotesi: gli importi, comunque, vada non dovrebbero essere molto distanti da quello che abbiamo indicato.

Assegno unico, cambiano gli importi

Dal prossimo anno sono destinati a cambiare gli importi previsti per l’assegno unico.

I beneficiari, a partire dal 2024, riceveranno l’adeguamento al costo della vita che è già stato programmato.

Grazie a questa rivalutazione dovrebbe arrivare un incremento pari al 5,4% a cui, ovviamente, si dovranno aggiungere gli adeguamenti alle soglie Isee.

Dovrebbero, inoltre, arrivare alcune maggiorazioni da parte del governo Meloni.

In estrema sintesi si verrebbe a ripetere quello che abbiamo già visto lo scorso anno, quando all’adeguamento all’inflazione sono state aggiunte nuove maggiorazioni.

In quell’occasione era stato aumentato del 50% l’importo forfettario che spetta alle famiglie con almeno quattro figli. Questo importo è passato da 100 a 150 euro.

È stata introdotta, inoltre, una maggiorazione del 50% per i primi dodici mesi di vita del figlio, che copre i primi 36 nel caso in cui siano presenti almeno tre figli.

Per aumentare l’assegno unico, il Governo avrà a disposizione – per la Legge di Bilancio – quasi un miliardo di euro, che verrà utilizzato per approvare il cosiddetto “pacchetto famiglia”.

L’intenzione è approvare misure che possano servire ad incentivare le nascite, che, oggi come oggi, risultano essere ai minimi storici.

L’intenzione è quella di procedere con un nuovo aumento dell’assegno unico, che sarà riservato principalmente alle famiglie numerose e a quelle con figli più piccoli.

All’orizzonte potrebbero esserci anche novità per i maggiorenni.

Cosa è previsto per le famiglie numerose

Per quanto riguarda l’assegno unico è già previsto un aumento ad inizio 2024: è il consueto adeguamento al costo della vita.

Il valore medio dell’inflazione, almeno per quest’anno, si dovrebbe attestare intorno al 5,4%.

Come abbiamo visto, questo dovrebbe comportare un aumento – per quanti ricevono l’importo massimo – di una decina di euro. Si dovrebbe passare, grosso modo, dagli attuali 189 euro a 199 euro.

Ad essere più interessanti, però, sono gli altri aumenti allo studio.

Tra le ipotesi che stanno circolando, una prevederebbe un nuovo intervento sulle maggiorazioni che sono state introdotte lo scorso anno, andando a potenziare le percentuali.

Non ci sarebbe più un incremento pari al 50% per i figli più piccoli: la percentuale potrebbe passare al 60% o al 70% a seconda di quelli che potrebbero essere i costi della misura.

Stesso discorso potrebbe valere per le eventuali maggiorazioni forfettarie riconosciute alle famiglie con almeno quattro figli a carico, che oggi risulta essere pari a 150 euro.

L’importo potrebbe salire di qualche decina di euro, includendo anche le famiglie con tre figli a carico.

Figli maggiorenni

Il governo starebbe pensando ad un’altra soluzione.

Togliere il limite dei 21 anni per l’erogazione dell’assegno unico ai figli maggiorenni a carico dei genitori.

Per poter continuare ad usufruire del contributo, però, dovrebbe essere rispettata una delle seguenti condizioni:

  • frequentare un corso di laurea o un corso di formazione scolastica o professionale;
  • svolgere un tirocinio o un’attività lavorativa, ma avere un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro all’anno;
  • essere disoccupati ed essere in cerca di lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  • svolgere il servizio civile universale.