Aumenta la spesa per i figli: quanto costa mantenerli
L’arrivo di un figlio comporta spese sempre più maggiori in una famiglia italiana, complici l’aumento dei costi di mutui e dei prodotti di prima necessità. In pratica, un primo figlio comporta un aumento mensile della spesa media di 414 euro per una giovane coppia. Con un secondo figlio, l’incremento si amplia ulteriormente a 172 euro al mese. In termini percentuali, il primogenito comporta un aumento del 14,6% nei costi familiari, mentre un secondo bambino incide per circa un terzo sul bilancio mensile, determinando un ulteriore incremento delle spese mensili del 5,3%. L’arrivo del terzo o quarto figlio risulta ancora più oneroso, con un ulteriore aumento delle uscite mensili del 6,7%.
Questi dati Istat, relativi al 2022, evidenziano l’impatto economico dei figli sulla spesa media mensile delle famiglie italiane. L’analisi comparativa tra la spesa media di una coppia tra i 18 e i 34 anni e quella relativa alla stessa coppia con uno, due o tre figli rivela che, dal punto di vista puramente economico, è soprattutto l’arrivo del primo figlio a determinare un significativo aumento nei costi mensili di un nucleo familiare.
Gli aumenti della spesa dopo uno o più figli
La constatazione che il primo figlio risulti più oneroso rispetto ai successivi trova conferma nelle presunte “economie di scala” generate, per ragioni ovvie, dal riutilizzo di attrezzature come un passeggino o dalla condivisione di servizi di babysitting tra fratelli.
Non solo: la spesa alimentare mensile di una coppia con un figlio aumenta a 608 euro (+227 euro) rispetto a quella di una giovane coppia senza figli, che si attesta in media a 381 euro. Nel caso di una famiglia con due figli, si registra un ulteriore aumento di 63 euro al mese, salendo a 671 euro, e di ulteriori 127 euro nei nuclei con tre o più figli.
La presenza di un secondo figlio sembra avere un impatto più significativo sulle spese per abbigliamento e calzature (132 euro per una coppia senza figli, che aumenta a 145 per uno e 171 per due), così come sui costi legati ai trasporti; in questo caso, dai 352 euro che spende una famiglia senza bambini si passa a 366 e ben 434 per due figli. D’altra parte, i consumi relativi alla casa sembrano addirittura beneficiare del progressivo allargamento del nucleo familiare con due o più figli, riducendosi rispetto all’incremento medio di 180 euro mensili rilevato in una famiglia con un figlio rispetto a una coppia senza figli.
Le uniche due spese che calano con il primo figlio? Quelle dedicate alla ristorazione e gli eventi culturali: nel primo caso, il calo è di 75 euro, da 259 euro a 184 con un figlio, per il secondo si passa da 155 a 129, con un calo di 26 euro.
E gli aumenti dei costi portano ad un calo della natalità
L’aumento dell’inflazione e dei tassi d’interesse porta le famiglie a pensare meglio se avere un figlio o no, vista la situazione economica precaria che sta vivendo da ormai molti anni il Paese. Non è un caso quindi che prosegue inarrestabile il calo delle nascite in Italia, stando al rapporto Istat sulla natalità e fecondità della popolazione residente.
Nel 2022, il numero delle nascite è sceso a 393.000, registrando un calo dell’1,7% rispetto all’anno precedente. La tendenza alla denatalità sembra persistere anche nel 2023, con i primi dati provvisori relativi al periodo gennaio-giugno che indicano circa 3.500 nascite in meno rispetto allo stesso periodo del 2022.
Il numero medio di figli per donna nel 2022 si è abbassato a 1,24, evidenziando una lieve flessione rispetto al 2021, quando era di 1,25. La stima provvisoria basata sui primi 6 mesi del 2023 suggerisce una ulteriore diminuzione della fecondità, attestandosi a 1,22 figli per donna.
Gli aiuti nella Manovra per le famiglie
Nel tentativo di contrastare la tendenza demografica in diminuzione, il Governo ha recentemente approvato una serie di misure per il 2024, concentrando particolare attenzione nel sostenere economicamente i nuclei familiari con due o più figli. All’interno della legge di Bilancio, attualmente in fase di esame, tre misure emergono come strumenti chiave per raggiungere questo obiettivo.
In primo luogo, il bonus nido è stato potenziato, soprattutto per coloro che hanno già un figlio con un’età inferiore ai dieci anni. Una modifica che mira a fornire un sostegno finanziario aggiuntivo alle famiglie che decidono di ampliare il proprio nucleo familiare.
Inoltre, le madri lavoratrici a tempo indeterminato con almeno due figli godranno di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali per un anno. Questa disposizione avrà effetti positivi diretti sulle buste paga delle lavoratrici, contribuendo a alleviare il carico finanziario delle famiglie.
Infine, la riforma fiscale prevede una super deduzione fiscale per le imprese che nel 2024 aumenteranno il numero dei propri dipendenti, con particolare attenzione all’assunzione di che la stessa premier Giorgia Meloni ha definito “categorie svantaggiate”. Maxi deduzione che riguarda anche le mamme lavoratrici (con almeno due figli minori), incentivando così la creazione di un ambiente lavorativo più favorevole alle famiglie.