Auto elettriche e colonnine di ricarica, alert Acea: “Ne servono 8,8 milioni”. Italia quinta in Europa con 41mila
In Europa mancano le colonne di ricarica per le auto elettriche. È l’allarme lanciato da Acea, l’associazione europea dei produttori di automobili, che in report mostra un divario significativo tra l’attuale disponibilità di stazioni di ricarica pubbliche per veicoli elettrici nell’Unione Europea e la quantità effettivamente necessaria per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 del continente.
Secondo il rapporto, tra il 2017 e il 2023 le vendite di auto elettriche nell’Ue sono aumentate di tre volte più velocemente rispetto all’installazione di stazioni di ricarica, con l’Unione Europea che entro il 2030 dovrà aumentare la sua capacità di stazioni di ricarica di otto volte rispetto a quanto fatto annualmente fino ad oggi.
Guardando i dati del report, in Italia ci sono 41.114 colonnine di ricarica funzionanti, posizionando il nostro paese al quinto posto nella classifica con più punti di ricarica. Ma l’Italia è, invece, agli ultimi posti per auto elettriche vendute, con una quota di mercato pari a 4,2%, contro paesi come Svezia, Danimarca e Finlandia che raggiungono percentuali superiori al 30.
Nel 2030 serviranno almeno 8,8 milioni di punti di ricarica pubblici
Nello specifico, Acea afferma che nel 2023 sono stati installati poco più di 153mila punti di ricarica pubblici, meno di tremila a settimana, arrivando a un totale di 632.423 in Europa. Possono sembrare numeri molto alti, ma se si considera che in Cina dove nel 2022 ce n’erano già 1,8 milioni e che nel Vecchio Continente ci sono 3 milioni di macchine elettriche (pari a cinque auto per punto di ricarica), ecco che ci si rende conto che il numero di colonne non è ancora sufficiente. “L’installazione di colonnine pubbliche non ha tenuto il passo con la vendita di auto elettriche degli ultimi anni – afferma Sigrid de Vries, direttore generale dell’Acea – E quel che è peggio, il gap rischia di aumentare in futuro, molto più di quanto stima la Commissione Europea. Questo ci desta preoccupazione”.
Infatti, se la Commissione propone di installare 3,5 milioni di punti di ricarica entro il 2030 (quindi pari a 8mila a settimana), Acea invece suggerisce che ne saranno necessari 8,8 milioni per supportare la decarbonizzazione del trasporto su strada. Questo equivarrebbe a un tasso di installazione di 1,2 milioni di punti all’anno, o circa 22mila alla settimana, otto volte superiore al ritmo attuale.
Quali Paesi hanno più colonne elettriche
Nell’analisi dell’Acea emergono anche evidenti differenze nella distribuzione dei punti di ricarica tra i diversi Paesi membri dell’Ue. Il 61% dei punti di ricarica europei è concentrato in soli tre Stati: Olanda, con 144.453 e una quota del 22,8%, la Germania con 120.625 e il 19,1% di colonne e infine la Francia, poco sotto con 119.255 colonnine e una quota del 18,9% in Europa. Staccatissime, seguono Belgio con 44.363 e la quota del 7% e infine l’Italia con 41.114, pari al 6,5%. I Paesi con la più bassa densità di punti di ricarica includono la Croazia, l’Estonia, la Lettonia, Cipro e Malta.
Altro problema è la disponibilità limitata di caricabatterie veloci. Per Acea, solo un caricabatterie su sette permette la ricarica rapida, mentre la maggior parte delle stazioni di ricarica fornisce una potenza di 22 kW o inferiore. In Europa sono infatti 550.519 le colonne di tipo AC (colonnine in corrente alternata, quindi con una potenza bassa), mentre le DC, da 50 kW in su, sono appena 82mila. In Italia sono 35.195 di tipo AC e 5.919 di tipo DC.
Questa situazione può limitare l’attrattiva dei veicoli elettrici, poiché i proprietari possono percepire i tempi di ricarica più lunghi rispetto al rifornimento di carburante tradizionale come un ostacolo alla loro adozione. Inoltre, i caricabatterie veloci sono fondamentali per sostenere viaggi più lunghi e per rendere i veicoli elettrici più pratici per un’ampia gamma di utenti.
La distribuzione delle colonnine di ricarica in Italia
Se il rapporto di Acea si focalizzava sull’Europa, quello di Motus-E, associazione che monitora costantemente la situazione delle installazioni dei punti di ricarica elettrici, si concentra sull’Italia.
I dati sono leggermente differenti rispetto a quelli di Acea: al 31 marzo 2024, Motus-E conta 54.164 punti di ricarica, con il numero di auto elettriche che raggiunge quota 226.799. Motivo della discrepanza di numeri tra Acea e Motus-E è che, stando ai dati dell’associazione italiana, il 22% delle colonnine installate non sono ancora utilizzabili per problemi di connessione alla rete.
La classifica delle regioni italiane vede nella top 5:
- Lombardia: 10.158 punti di ricarica (+3.497 negli ultimi 12 mesi)
- Piemonte: 5.841 punti (+1.626 nei 12 mesi)
- Veneto: 5.167 punti (+998 nei 12 mesi)
- Lazio: 5.141 punti (+1.109 nei 12 mesi)
- Emilia-Romagna: 4.516 punti (+784 unità negli ultimi 12 mesi)