Mossa Bce: banche, mutui e famiglie: chi paga lo scotto tassi
Bce e tassi: famiglie e banche italiane. Cosa implica la mossa di Lagarde
Quale impatto avrà sulle banche e sulle tasche dei risparmiatori l’aumento di 25 punti base deciso ieri dalla BCE? Ma, soprattutto, quali saranno le conseguenze per i consumatori?
A dare una risposta a questa domanda ci ha pensato il Codacons, che ha messo in evidenza che le famiglie italiane potrebbero arrivare a pagare almeno venti euro in più per un mutuo a tasso variabile.
Secondo le stime del Codacons, la decisione della Bce andrà ad impattare in maniera decisiva sulle tasche degli italiani.
A pagare dazio saranno soprattutto le famiglie alle prese con un mutuo, il cui mercato, nella sola Italia, vale qualcosa come 426 miliardi di euro.
Mutuo, l’impatto della decisione della Bce
La decisione della Bce di aumentare di un quarto di punto percentuale i tassi d’interesse, portando il tasso sui finanziamenti principali al 4%, quello sui depositi al 3,50% e quello sui prestiti marginali al 4,25%, avrà delle ripercussioni sulle tasche degli italiani.
È necessario, comunque, attendere le prossime settimane per capire meglio come il mercato risponderà al rialzo dei tassi.
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Il Codacons spiega che nel corso degli ultimi giorni l’Euribor – ossia l’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile – si è attestato attorno al 3,33% per quello ad un mese, 3,52% quello a 3 mesi.
Nel caso in cui l’aumento deciso dalla Bce dovesse essere traslato interamente sul mercato, l’Euribor ad un mese arriverebbe a quota 3,58%, mentre quello a tre mesi sfiorerebbe il 3,77%.
Cosa comporta tutto questo per le tasche degli Italiani?
Per le famiglie che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile, con un importo compreso tra i 125.000 ed i 150.000 euro per una durata di 25 anni (che costituisce l’importo più richiesto in Italia), la rata aumenterà tra i 15 ed i 25 euro.
Nel caso in cui, però, si dovessero andare a considerare tutti gli incrementi imposti dalla Bce a partire dal 2022, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile è destinata a salire tra i 240 ed i 320 euro rispetto a quanto veniva pagato nel corso del 2021.
Questo significa che ogni famiglia deve pagare in più ogni anno una cifra compresa tra i 2.880 ed i 3.840 euro.
L’impatto sulle banche
Quale impatto avrà sulle banche la decisione presa sui tassi della Bce?
I principali istituti italiani possono subire un forte impatto sui bilanci.
Il settore bancario, infatti, continua ad essere un osservato speciale dopo i vari crolli registrati negli Usa, che, per il momento, non sembrano essere definitivamente chiusi.
Nell’Eurozona, invece, secondo la Bce le banche sono state caratterizzate da una maggiore resilienza e solidità.
È necessario ricordare che il comparto bancario è strettamente legato alle varie decisioni prese dall’Eurotower: la sua attività, infatti, passa proprio attraverso l’applicazione dei tassi d’interesse e di deposito che vengono stabiliti direttamente a Francoforte.
Una delle prime equazioni che si possono fare è, comunque, la seguente: nel momento in cui aumentano i tassi d’interesse, crescono anche i profitti delle banche.
Ma perché avviene tutto questo?
Un rialzo così forte sui tassi d’interesse comporta un beneficio derivante dal margine sugli interessi (NII), che risulta essere la differenza tra gli interessi attivi (quelli che incassa da chi chiede finanziamenti) e interessi passivi (quelli che paga ai clienti nel momento in cui depositano i loro soldi). Nel momento in cui crescono i costi per i prestiti, sale il margine attivo per la banca.
Il rovescio della medaglia, però, è che il contesto macroeconomico rimane particolarmente incerto.
La Bce ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita oltre che a confermare la stagnazione nell’Eurozona.
A fronte di questa situazione, le banche prevedono una continua diminuzione della domanda di prestiti immobiliari, nel caso in cui i costi dei mutui dovessero continuare a salire.
Inoltre, in agguato è sempre lo spettro dei NPL, ovvero dei crediti deteriorati: diversi potrebbero essere i clienti, famiglie e imprese, a trovarsi in difficoltà o addirittura nell’impossibilità, i prestiti ricevuti dalle banche.
In quel caso, i crediti degli istituti finirebbero inevitabilmente in sofferenza, inficiando la solidità dei bilanci delle banche.