Lo dice la Bce: boom mutui con rialzi tassi, record in più di 10 anni
Mutui: le rate si impennano con aumento tassi. La fotografia scattata dalla stessa Bce
All’orizzonte, sicuramente, non ci sono molte belle notizie per le famiglie italiane alle prese con un mutuo.
L’inasprimento della politica monetaria da parte della Bce è destinato a continuare e si riflette direttamente sui tassi d’interesse e sui finanziamenti.
In altre parole i consumatori devono prepararsi ad affrontare nuovi salassi.
A fare il punto della situazione su quanto sta accadendo nel mercato dei mutui ci ha pensato il consueto bollettino pubblicato dalla Banca Centrale europea, che ha messo in evidenza come ad aprile i tassi sui prestiti abbiano raggiunto il livello più elevato da dieci anni a questa parte, arrivando a toccare il 4,4% per i prestiti alle imprese ed il 3,4% per i mutui ipotecari.
La situazione economica in Europa
La Bce continua nella sua lotta contro l’inflazione, anche se fino a questo momento a pagarne le conseguenze sono le famiglie alle prese con un mutuo.
Il Consiglio europeo ha già messo in guardia sui rischi della crescita economica, che è stata prospettata estremamente incerta.
Tra i motivi che determinano questa crescita in ribasso, un ruolo importante lo giocano la guerra tra la Russia e l’Ucraina e l’incremento delle tensioni geopolitiche su più ampia scala.
Questi rischi e queste preoccupazioni potrebbero determinare un frazionamento del commercio internazionale e quindi andare a gravare sull’economia dell’area euro.
Secondo il bollettino della Bce, inoltre, l’espansione economica potrebbe risultare più lenta del previsto, penalizzata dalle tensioni sui mercati finanziari, che potrebbero determinare condizioni di finanziamento persino più restrittive di quanto anticipato e incrinare la fiducia.
Inoltre, una crescita più debole a livello mondiale potrebbe frenare ulteriormente l’attività economica dell’area dell’euro.
Solo e soltanto nel caso di un ritorno della fiducia delle famiglie e delle imprese, che per il momento ancora non si vede, potrebbero arrivare maggiori consumi, con i quali si darebbe maggior respiro all’economia.
Ma perché questo possa accadere è necessario che si riprenda anche il mercato del lavoro.
Sicuramente uno dei temi più caldi analizzati dalla Bce è quello relativo all’inflazione che, benché sia in leggero calo, dovrebbe continuare a rimanere ad alti livelli ancora per un po’ di tempo.
Il Consiglio direttivo vuole assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine.
Mutui, più cari da dieci anni a questa parte
Le premesse che abbiamo appena visto sono importanti per scattare una fotografia di quanto sta accadendo in Europa.
La lotta contro l’inflazione, determinata dall’ inasprimento della politica monetaria, continua a riflettersi in maniera pesante e decisiva sui tassi di finanziamento e sulle condizioni per concedere i mutui.
Il costo del credito per le famiglie aumenta pesantemente, tanto che, nel corso del mese di aprile, i tassi sui prestiti hanno raggiunto il livello più elevato da oltre dieci anni:
sono arrivati a toccare, infatti, il 4,4% per i prestiti alle imprese ed il 3,4% per i mutui ipotecari.
A mettere in evidenza questi costi è stato direttamente il consueto bollettino della Bce.
Paschal Donohoe, presidente dell’Eurogruppo, ha spiegato che:
siamo tutti consapevoli delle conseguenze delle decisioni della Bce. Queste sfide vanno valutate rispetto all’alternativa. L’alternativa è che se non si riduce l’inflazione in Europa, in particolar modo nella zona euro, ci ritroveremo ad essere più poveri. Se non riusciamo a riportare l’inflazione all’obiettivo di medio termine della Bce, le conseguenze che questo avrà sugli standard di vita nell’Unione europea si faranno sentire nei prossimi anni. Quindi penso che siano necessari provvedimenti per evitare uno scenario di questo genere.