Finanza Bce taglia i tassi: per il 34% degli italiani è un incentivo per comprare casa

Bce taglia i tassi: per il 34% degli italiani è un incentivo per comprare casa

18 Ottobre 2024 10:12

E’ un buon momento per comprare casa almeno secondo il 34% degli italiani i quali, soprattutto i giovani della Generazione Z, considerano i tagli dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea (l’ultimo annunciato proprio ieri,  17 ottobre, con una riduzione di 25 punti base) un incentivo per accendere un mutuo. Così emerge da una ricerca di Changes Unipol elaborata da Ipsos che sonda le reazioni degli italiani in merito alla riduzione dei tassi di interesse da parte della Bce.

Come il taglio tassi influisce sui mutui secondo gli italiani

Dalla ricerca emerge che il taglio dei tassi da parte della Bce è un incentivo maggiore per la sottoscrizione di un mutuo soprattutto per la prima casa. Minor impatto, invece, sui progetti relativi alle seconde case (16%) e alle ristrutturazioni (21%). In particolare, il taglio dei tassi rappresenta un importante incentivo a ricorrere al mutuo prima casa soprattutto tra i giovani della Gen Z che hanno il progetto casa (51%). Per l’acquisto della seconda abitazione, invece, i più motivati sono Gen X (21%) e Baby Boomer (23%), mentre per la ristrutturazione, Gen Z (32%) e Gen X (27%).

I Millennial sono, invece, i più propensi a rinegoziare il mutuo (47% rispetto a una media nazionale del 38%). Più scettici, invece, Gen Z (34%) e Baby Boomer (27%), molti dei quali, però, hanno già rinegoziato in passato.

A livello di percentuale, il taglio dei tassi ulteriore desiderato è, in media, del 2,6%. 1 su 5 tra Millenial, Gen X e Baby Boomer desidera, però, un ulteriore taglio di oltre il 2%. Inoltre l’analisi evidenzia come per 6 italiani su 10 il tasso di interesse ritenuto poco conveniente determina la decisione di rimandare la sottoscrizione di un mutuo, soprattutto tra i Baby Boomer (65%). Al contrario la Gen Z (48%), più delle altre, non è disposta ad aspettare.

Fisso, variabile, con cap: generazione che vai, tasso che trovi

L’indagine rivela inoltre che ben 4 italiani su 10 vivono in una famiglia con un mutuo attivo. Percentuali più elevate tra Millennial e Gen Z (dove la percentuale sfiora il 50%), ma anche tra i Baby Boomer è il 20% ad avere ancora un mutuo attivo (per prima o seconda casa o per ristrutturazione).

In merito alla tipologia di mutuo attivo, tra i Millennial 1 su 3 lo ha per l’acquisto della prima casa (intestato a sé o a un familiare). I giovani della Gen Z invece hanno o vivono in famiglie con mutui per seconde case e ristrutturazioni. La percentuale più alta di quanti non hanno mai aperto mutui nella vita invece è tra i Boomer.

Sei giovani Gen Z su 10, continua l’indagine, hanno il variabile/con cap; tra i Boomer sono 3 su 10 (hanno mutui più vecchi). Il tasso variabile con CAP sull’indice di riferimento è molto più diffuso tra i giovani (quasi 1 su 3 della Gen Z). Il tasso fisso è, invece, più presente tra i Baby Boomer e i Millennial e, in misura minore, tra la Generazione X.

Quanto sono soddisfatti gli italiani del loro mutuo

In generale, tra gli italiani che hanno già sottoscritto un mutuo, il 35% risulta insoddisfatto delle condizioni economiche, mentre solo circa 1 su 2 (56%) è soddisfatto. Tra chi ha un tasso fisso, principalmente mutui di vecchia data, il 74% è soddisfatto delle condizioni economiche, a fronte di solo il 4 su 10 di chi lo ha variabile (e il 25% di loro è molto insoddisfatto). A livello generazionale sono i Millennial i meno contenti: meno di 1 su 2 esprime, infatti, soddisfazione. Più contenti, invece, Gen X e Baby Boomer (circa 2 su 3).

Quasi 1 italiano su 2 ha avuto difficoltà a pagare rate

Inoltre, quasi 1 italiano su 2 dichiari di avere  avuto problemi a fronteggiare almeno una rata del mutuo. Le difficoltà sono legate principalmente a motivi economici: aumento del costo della vita (soprattutto per il 54% dei Boomers) e spese impreviste (per il 42% della Gen X) in primis. Baby Boomer e Gen X sono, quindi, maggiormente colpiti dai problemi di natura economica, mentre Millennial e Gen Z da quelli di natura personale, quali problemi di salute che hanno portato a spese mediche o perdita di reddito (25% dei Millenial) e separazione o divorzio (12% della Gen Z).

Sette italiani su 10 conoscono il BNPL ma pochi lo usano

Quasi un cittadino su 2 ha fatto ricorso al prestito personalizzato e il 15% ne ha attualmente uno in corso. Questa soluzione di finanziamento risulta poco diffusa tra i Baby Boomer (solo 3 su 10 li hanno usati negli ultimi 5 anni).

Tra gli italiani che pagano a rate, con interessi o senza interessi come il BNPL, 4 su 10 hanno confessato di aver avuto problemi a pagarne almeno una, soprattutto i giovani della Gen Z: è capitato, infatti, al 55% di loro (al 17% spesso). Tra i Baby Boomer, invece, a 7 su 10 non è mai capitato, anche se a 2 su 10 capita con frequenza elevata.

Aumento del costo della vita, soprattutto per la Gen X, e spese impreviste, in particolare per i Baby Boomer, sono le principali cause del salto di una rata. Per la Gen Z a incidere negativamente sono, invece, più gli eventi personali come trasferimenti, separazioni e la nascita di figli.

Il «Buy Now Pay Later» inoltre  è conosciuto da 7 italiani su 10, ma la maggior parte di chi lo conosce tuttavia non l’ha mai utilizzato. Gli utilizzatori si concentrano, in prevalenza, tra le fasce centrali (Gen X) e giovani della popolazione.

Tra coloro che non fanno ricorso ai finanziamenti rateali, solo 4 su 10 dichiarano di non averne mai avuto bisogno, mentre per 3 su 10 emergono barriere psicologiche all’indebitamento. Automobili, elettrodomestici e device tech sono i beni più spesso pagati a rate, soprattutto da Gen X e Baby Boomer. La Gen Z, invece, utilizza più della media questo strumento per pagare abbigliamento, moto/scooter e bici, prodotti di bellezza, studi e formazione.