Bonus colonnine elettriche: ecco come funziona
Fino al prossimo 14 marzo 2024 i condomini che non l’hanno ancora fatto, possono fare richiesta del cosiddetto bonus wallbox, il contributo che serve per installare le colonnine elettriche. L’agevolazione spetta per le spese che sono state sostenute nel corso del 2023: può essere richiesta per l’acquisto e l’installazione delle infrastrutture da utilizzare per ricaricare i veicoli elettrici presso le abitazioni private e i condomini.
In Italia stanno crescendo le colonnine per le auto elettriche, registrando un nuovo record almeno per le installazioni di quelle pubbliche, tanto che il nostro paese può diventare un vero e proprio punto di riferimento per l’Europa. Stando al monitoraggio trimestrale effettuato da Motus-E, è emerso che allo scorso 31 dicembre 2023 in Italia sono presenti qualcosa come 50.678 punti di ricarica ad uso pubblico. Nel corso dell’anno che si è concluso da poco sono stati posati 13.906 nuovi punti di ricarica, dei quali 3.450 installati solo nell’ultimo trimestre.
Bonus colonnine elettriche: in cosa consiste
Fino al prossimo 14 marzo 2024 i condomini che non hanno ancora provveduto a farlo, hanno la possibilità di richiedere il cosiddetto bonus wallbox. L’agevolazione riguarda le spese che sono state sostenute nel corso del 2023 per acquistare e installare le infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici presso le abitazioni di utenti privati e condomini.
La domanda deve essere effettuata attraverso il portale Invitalia. A differenza di altre agevolazioni attivate in passato, il bonus colonnine elettriche non costituisce una detrazione fiscale, ma i contributi arriveranno direttamente dal ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Ricordiamo che il bonus colonnine elettriche è stato inserito in un DPCM del mese di agosto 2023 per il settore automotive, con il quale è stata prevista la disponibilità dei fondi fino al prossimo 2030.
Come funziona il contributo
Ma come funziona, nello specifico, il bonus colonnine elettriche? L’agevolazione consiste in un contributo pari all’80% della spesa sostenuta per l’acquisto e la posa dell’infrastruttura, fino ad un massimo di 1.500 euro per persona fisica richiedente. Il limite è stato portato a 8.000 euro nel caso in cui le colonnine di ricarica siano installate all’interno delle parti comuni degli edifici condominiali.
L’agevolazione spetta per l’acquisto e la messa in opera delle infrastrutture di ricarica. Sono comprese le spese di installazione delle colonnine, degli impianti elettrici e delle opere edili strettamente necessarie. Tra i costi vi rientrano anche gli impianti e i dispositivi di monitoraggio, le spese di progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi. Ma anche quelli per la connessione alla rete elettrica tramite l’attivazione di un nuovo Pod (point of delivery).
Possono accedere alla misura, come abbiamo accennato, le persone fisiche che sono residenti in Italia, i condomini e i “supercondomini”.
La documentazione da presentare
L’incentivo può essere richiesto telematicamente fino alle ore 12.00 del 14 marzo 2024, per le sole spese effettuate nel corso del 2023. Per farlo è necessario accedere alla piattaforma telematica gestita da Invitalia, utilizzando le credenziali Spid, Cie o Cns. Per le comunicazioni successive è necessario utilizzare una Pec.
La documentazione necessaria – pena inammissibilità della richiesta – è la seguente:
- codice fiscale del condominio e gli estremi del documento di identità dell’amministratore. Dichiarazione di quest’ultimo di essere in possesso dei requisiti di legge previsti dall’articolo 71-bis delle “Disposizioni per l’attuazione del Codice Civile e disposizioni transitorie” o del condomino delegato per i condomìni fino a 8 partecipanti;
- la delibera assembleare di autorizzazione di autorizzazione dei lavori sulle parti comuni;
- estratti del conto corrente dal quale emergano i pagamenti collegati alle varie fatture elettroniche emesse per l’acquisto e l’installazione delle infrastrutture di ricarica;
- una relazione finale che descriva l’investimento effettuato e dettagli le spese sostenute;
- la certificazione di conformità rilasciata da un installatore, con la quale venga attestata l’effettiva installazione dell’infrastruttura;
- le coordinate bancarie per l’accredito del contributo.
Colonnine di ricarica pubbliche
Crescono in Italia le colonnine per le auto elettriche: a fine 2023, secondo quanto mette in evidenza Motus-E, i punti di ricarica ad uso pubblico hanno superato quota 50.000, con 13.906 nuove installazioni nel corso dell’anno appena concluso, delle quali 3.450 effettuate nel corso dell’ultimo trimestre.
Sostanzialmente il volume delle nuove installazioni infrange così il primato segnato nel 2022 (con 10.748 nuovi punti installati), portando il numero dei punti di ricarica sul territorio al 31 dicembre 2023 a 50.678 unità, valore che pone l’Italia tra i Paesi più virtuosi d’Europa.
Il lavoro necessario per infrastrutturare il Paese naturalmente non è finito, ma la strada intrapresa è quella giusta e anche nel 2024 assisteremo a un costante miglioramento e ampliamento della rete di ricarica al servizio dei cittadini – osserva Francesco Naso, segretario generale di Motus-E -. Oggi circa il 18% delle infrastrutture già installate risulta infatti inutilizzabile dagli utenti finali, o perché non è stato finora possibile realizzare il collegamento alla rete da parte dei distributori di energia, o per altre complessità burocratiche. Per questo occorre che tutti gli interventi di semplificazione degli iter vengano attuati pienamente dalle amministrazioni locali e che ci sia una più stretta cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti.