Canone Rai: un nuovo Ddl ne prevede il taglio del 20%
Il taglio e l’abolizione del Canone Rai è uno dei tanti leitmotiv che contraddistinguono le promesse elettorali e i primi mesi di un nuovo esecutivo. Per questo motivo, ogni volta che si parla di una cancellazione della tassa sul televisore, è sempre necessario farlo con la dovuta cautela e i dovuti dubbi del caso.
A presentare un disegno di legge, con il quale è previsto un taglio del 20% del Canone Rai fino alla sua abolizione nell’arco di cinque anni, è stata la Lega, guidata da Matteo Salvini.
Canone Rai, cambia tutto
Ma cosa sta succedendo? Questa volta andremo davvero verso un taglio del Canone Rai. Cerchiamo di capire cosa sta accadendo in questo momento. Un disegno di legge presentato in Senato dalla Lega prevede una riduzione progressiva del Canone Rai, che subirà un taglio a cadenza annuale del 20%, fino ad arrivare al suo totale e completo azzeramento.
Per il momento è necessario sottolineare che stiamo parlando unicamente di un disegno di legge. Quindi sono ancora lontani da un taglio effettivo della tassa sul televisore. E ancora più distanti da un suo definitivo azzeramento. Ricordiamo che, ad oggi, l’imposta sugli apparecchi Tv di casa viene addebitata direttamente sulla bolletta della luce in dieci rate mensili o in cinque bimestrali, per un importo complessivo pari a 90 euro ogni anno.
Già in precedenza, il Governo aveva annunciato, attraverso il ministro Giancarlo Giorgetti, che le modalità di pagamento del Canone Rai sarebbero cambiate a partire dal 2024. Una scelta determinata dall’impegno preso dall’Italia nel recovery plan, che prevede di eliminare l’obbligo, per tutte le compagnie che vendono elettricità, di raccogliere, attraverso le bollette, delle somme che non siano direttamente correlate con il costo dell’energia.
Il taglio del 20% ogni anno, fino all’azzeramento
Il canone Rai, dal 1° gennaio 2024, dovrebbe quindi uscire definitivamente dalla bolletta della luce. Alla Lega, però, questo non basta: punta a ridurre il costo dell’imposta, fino ad arrivare ad un azzeramento totale della stessa. Questo impegno era stato preso direttamente da Matteo Salvini in campagna elettorale. Nel caso in cui il disegno di legge dovesse ottenere il via libera delle due Camere – questa è un’eventualità tutt’altro che scontata – la tassa sul televisore passerebbe da 90 a 72 euro. Nel corso degli anni successivi verrebbe ulteriormente ridotta.
Il ddl, che vede tra i primi firmatari la senatrice Mara Bizzotto, è stato presentato lo scorso 23 marzo 2023. Stando alle prime anticipazioni, che sono state raccolte dall’Adnkronos, oltre ad un taglio del Canone Rai, è stato previsto che, fin da oggi, laddove “sussista ancora oggi l’impossibilità di accesso alla rete o l’impossibilità di fruizione del servizio da parte degli utenti per motivi estranei alla propria volontà, il pagamento del canone di abbonamento non sia dovuto”.
All’interno del ddl non si parlerebbe unicamente di canone Rai. Uno degli altri punti importanti del documento è quello di rendere riconoscibile il pubblico interesse di un determinato programma, nel quale dovrà essere inserita la frase – all’inizio, alla fine o nel corso di ogni trasmissione – la frase: programma finanziato con il contributo del canone.
La Lega, inoltre, punta a riorganizzare la governance della Rai: l’intenzione è quella di estendere a cinque anni il mandato dei membri del Consiglio di Amministrazione. Questi ultimi, tra l’altro, non potranno ricoprire l’incarico per più di due mandati consecutivi. La lega, inoltre, punta al contenimento dei costi e di garanzia sulle responsabilità editoriali, che non si possa esternalizzare più del 30 per cento delle produzioni, organizzazioni e realizzazioni di trasmissioni.