Caro-tassi pesa sulle imprese italiane, attesa per decisione tassi Bce
Riflettori puntati sulla riunione Bce del prossimo 12 settembre 2024, quando dovrebbe essere annunciato un nuovo taglio dei tassi da parte del Consiglio direttivo. Ricordiamo che a luglio è stata confermata una navigazione a vista da parte delle autorità di politica monetaria europea, mentre a giugno è stata annunciata la prima sforbiciata di 25 punti base.
Una riduzione del costo del denaro diventa essenziale, in un contesto contraddistinto da un rallentamento dell’inflazione nell’Eurozona. Un eccessivo prolungamento della stretta monetaria comprometterebbe i processi di crescita. E’ quanto mette in evidenza una recente analisi effettuata dal Centro Studi Confartigianato.
Ma entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di capire quali sono le preoccupazioni delle imprese italiane.
Imprese in attesa della riunione della Bce
Il Fondo Monetario Internazionale ha messo in evidenza com il Pil nell’Eurozona è destinato a crescere in maniera debole (+0,9%). Un situazione che è sostanzialmente appesantita dalla stagnazione della Germania.
Secondo l’ufficio studi Confartigianato, anche in Italia si potrebbe delineare un quadro congiunturale debole. La decisione sui tassi di interesse diventa di particolare interesse per le imprese, che in questo momento sono penalizzate dal caro tassi creato dalla stretta monetaria. Oltre che da maggiori oneri finanziari previsti per chi ha intenzione di effettuare degli investimenti.
Il costo del credito, nel corso del mese di luglio 2024, è salito al 5,34% contro il 5,33% di giugno. Un percentuale superiore di 28 punti base rispetto al tasso medio del 5,06% rilevato nell’intera Eurozona (a giugno era pari al 5,07%). In Italia, in altre parole, chiedere un finanziamento ha un costo maggiore rispetto al resto dell’Europa.
Nel corso dei due anni di stretta monetaria, le imprese italiane hanno visto salire gli oneri finanziari sui prestiti di 371 punti base, pari a 48 punti in più rispetto all’incremento registrato nel resto dell’Eurozona (dove era pari a 323 punti). Il costo del credito elevato riduce la domanda di prestito delle imprese, tanto che nel corso del mese di luglio 2024 risultano essere in flessione del 4,1% su base annua. Nell’Eurozona l’aumento è stato pari allo 0,6%.
Gli investimenti delle imprese nel corso del primo trimestre 2024 sono calati del 2,7% su base annua. Scendono, invece, del 2,8% nel corso del secondo trimestre gli investimenti in impianti e macchinari privati e pubblici. La frenata degli investimenti compromette la twin transition, digitale e green.
Andamento dei prestiti
Andando ad analizzare la dinamica trimestrale del credito in relazione alla dimensione dell’impresa, si scopre che i prestiti alle micro e piccole imprese fino a 20 addetti diminuiscono dell’8,1% peggiorando, rispetto alle rilevazione del mese di dicembre 2023, quando si erano attestati ad -7,6%.
L’analisi territoriale da Confartigianato mette in evidenza che la flessione coinvolge trasversalmente i prestiti alle piccole imprese e quelli alla totalità delle imprese. A livello regionale vengono registrate le seguenti flessioni:
- Provincia Autonoma di Bolzano: -4,9% per le piccole imprese contro un -8,0% totale imprese;
- Sicilia: -6,0% contro il -1,3% del totale delle imprese;
- Lazio: -6,0% contro il -2,2% del totale delle imprese;
- Campania: -6,7% contro il -1,4% del totale delle imprese;
- Puglia: -6,9% contro il -2,3% del totale delle imprese.
I cali più marcati dei prestiti alle piccole imprese si segnalano in:
- Lombardia: -9,3% contro il -2,7% del totale delle imprese;
- Marche: -9,7% contro il -7,3% del totale delle imprese;
- Veneto: -9,9% contro il-7,6% del totale delle imprese.