Carovita colpisce ancora: famiglie italiane sempre più indebitate
Il carovita continua a farsi sentire sulle tasche delle famiglie italiane, che erodono i risparmi o ricorrono sempre più all’indebitamento. Uno scenario in cui il rischio usura non può che essere in aumento. Questo l’allarme lanciato da Assoutenti che calcola che nel 2023 il debito medio sarà pari a circa 9.949 euro a cittadino (neonati compresi), per un totale di 22.674 euro se si considera il nucleo familiare.
Caro vita, cresce indebitamento delle famiglie
Assoutenti descrive una situazione debitoria delle famiglie decisamente problematica. “Ogni cittadino italiano, neonati compresi, risulta a fine 2023 indebitato mediamente per circa 9.949 euro, mentre ogni famiglia residente porta sulle spalle un debito verso banche e società finanziarie che ammonta in media a 22.674 euro“, segnala Assoutenti.
Due sono i motivi principali dietro all’indebitamento crescente delle famiglie italiane: inflazione e mutui. Nel primo caso, dopo un anno di inflazione e carrello della spesa a due cifre, le famiglie hanno perso sia potere d’acquisto sia capacità di risparmio, come già anticipato in un report di ACRI-IPSOS.
E con una riduzione della propensione al risparmio del 3,6% stimata dall’Istat, ricorrere a prestiti e piccoli finanziamenti è diventato necessario anche per affrontare le spese quotidiane. Anche perché si prevede una maxi-stangata da 4.185 euro a famiglia a titolo di spesa aggiuntiva per beni e servizi. Pertanto, segnala Assoutenti, “[…] il valore del credito al consumo raggiungerà il record di 160 miliardi di euro in Italia, con una crescita del +220% rispetto a 20 anni fa“.
A sua volta, i tassi medi sono aumentati nell’ultimo biennio 2022-2023. Lo stock dei mutui accesi dalle famiglie ammonta oggi a 425 miliardi di euro, di cui 162 miliardi di euro solo per i mutui a tasso variabile. Nel complessivo, si arriva a 585 miliardi di euro. Proprio in merito ai mutui a tasso variabile, per chi ha sottoscritto un finanziamento venticinquennale da 150mila euro oggi dovrà pagare 4.380 euro in più all’anno rispetto a quanto pagato nel 2021, con la rata mensile salita in media di 365 euro.
Carovita e debiti, per la CGIA di Mestre situazione critica ma sotto controllo
Qualche mese fa anche la CGIA di Mestre si era soffermata sul tema indebitamento, segnalando un incremento dell’importo medio di indebitamento per nucleo familiare intorno a 22.710 euro, con “[…] lo stock dei debiti bancari in capo a tutte le famiglie italiane attestato sul livello record di 595,1 miliardi di euro […] aumentato del 3,5 per cento rispetto al 2021“.
Ma nonostante lo stock dei debiti sia in aumento, “[…] la situazione è critica, ma ancora sotto controllo.“. La CGIA ritiene che l’incremento dei debiti sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta nel biennio 2021-2022:
“Le aree provinciali più esposte economicamente, infatti, sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati. Sicuramente in queste realtà tra gli indebitati ci sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli.”
A sua volta è probabile che il maggiore indebitamento di questi territori potrebbe essere riconducibile “[…] ai significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare che, ovviamente, sono in massima parte ascrivibili alle famiglie che hanno un buon tenore di vita.“.
Nel caso dei dati del Mezzogiorno, se in termini assoluti la situazione è meno critica che nel resto del Paese,
“[…] il peso dell’indebitamento delle famiglie più povere è sicuramente maggiore che altrove. […] I dati dell’Istat ci dicono, inoltre, che le crisi che si sono succedute dal 2008 in poi hanno aumentato il numero dei nuclei familiari in difficoltà economica, visto che gli effetti di questi choc economici hanno aumentato il divario tra poveri e ricchi.”
Caro vita e rischio usura per le famiglie italiane
Sia Assoutenti sia la CGIA Mestre hanno segnalato il rischio dell’aumento degli episodi di usura. La stessa Assoutenti sostiene che una fetta crescente di popolazione andrà a finire nelle maglie dell’usura, davanti a questo fuoco incrociato di inflazione e tassi.
E così anche la CGIA, che già da mesi ha paventato il rischio della recrudescenza dell’usura, nonostante il calo delle denunce alle forze dell’ordine. Ed è un problema:
“Sebbene il numero delle denunce alle forze dell’ordine di questo reato sia da tempo in calo, non è da escludere che l’incremento dei debiti delle famiglie spinga più di qualcuno a rivolgersi agli usurai che, da sempre, sono più ‘disponibili’ di chiunque altro ad aiutare chi si trova a corto di liquidità, soprattutto nei momenti economicamente più difficili. E’ noto a tutti che l’usura è un fenomeno “carsico”: difficilmente chi è caduto nella rete degli strozzini si rivolge alle forze dell’ordine“.